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THE IRON LADY regia di Phyllida Lloyd

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6 / 10  09/02/2012 16:43:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Non mi riconosco piu'... e noi con lei. In pratica un buon prodotto, ma di quella cifra stilistica degna di un'editoriale di Carlo Rossella, che infatti ha apprezzato molto il film. L'escamotage del biopic inglese dopo due film poco meno che stupendi come The queen di Frears e (soprattutto) Il discorso del Re, dovrebbe far riflettere. Giusto qualche sviolinata di troppo, autoindulgente nell'idea - sulla carta interessante - della Thatcher alle prese con i suoi antichi fantasmi, binari di un manierismo che maschera (dis)onori e glorie con un certo fiuto produttivo... alla fine il meccanismo si rompe poiche' incapace di svelare le motivazioni che hanno indotto il primo ministro in gonnella a realizzare tanti disastri, dai rapporti con il mondo sociale dei minatori alle Falklands. La logica che sta alla base del film, che il decisionismo deve per forza attuarsi contro la volonta' popolare, non e' certo condivisibile, altrimenti potremmo usare oggi parole di apprezzamento per il governo della Grecia del 2012 in pieno fallimento economico. Non c'e' il minimo cenno al Red Wedge, mancano inni anti-litteram come Come on Eileen dei Dexy's o la voce di Billy Bragg che avrebbero qualificato una colonna sonora meno tediosa e distratta. Il tutto invece e' arroccato nel monolitismo del british style tra operette e tailleur tra ricevimenti e revanscismi demode' e forzatamente epici.
Qualche frammento interessante non manca: la Thatcher a scuola di dizione (sembra una scena del pluripremiato Discorso del Re), il forte conflitto in una societa' maschilista incapace di accettare la prima donna in Parlamento - con la sequenza piu' bella, quella del primo giorno alla Camera di Lady T. - e il tatticismo cinico sulle Falklands davanti a un abisso di vanagloria, con gli inglesi pronti - per l'ultima volta forse - a sfidare il mondo con il loro fiero e suicida orgoglio nazionale.
Ovvio, la Streep salva il film, sfavillante al di la' delle sue pecche registiche e scelte di stile.
L'epilogo da sceneggiato tv della Bbc puo' invero far sorridere, se dopo tanta retorica la gloria scende tra le dimore di casa