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THE HELP regia di Tate Taylor

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elio91     5 / 10  06/06/2012 13:08:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Preconfezionato e buonista, ecco a voi il film più sopravvalutato dell'anno.
Devo pure ammettere di essermi avvicinato con un certo preconcetto, ma purtroppo fondato visti i risultato. The Help ha intenti nobilissimi e credo sia inutile rimarcare quali; il problema è uno solo: non si può affrontare il razzismo della società americana degli anni '60, spietato e duro proprio come ci viene mostrato se non peggio, ricadendo nello stereotipo banale e ricattatorio contro lo spettatore. Il fatto che sia un film contro il razzismo (e lo ribadisce in continuazione come arma contro lo spettatore) si ritorce contro sé stesso quando riesci a ritrarre questi ritratti femminili della middle class bianca come razziste oche, disadattate nel loro ruolo di mogli e madri e sfruttatrici delle domestiche di colore, e poi tutte le donne di colore sono ampi esempi di virtù e saggezza. Nel cinema hollywoodiano si sa, il negro nei film sul razzismo è sempre il saggio e anziano uomo/donna di mondo che svetta su tutte e tutti, senza macchia. Con questo vorrei rimarcare il problema di fondo di The Help: è una concezione cinematografica che andava bene perfino venti anni fa nei limiti; oggi non è più accettabile questa commercializzazione dei bei intenti. Con tutto che è un film al femminile poi si ricade nello stereotipo ancora peggiore di mostrare tutte le donne bianche (tranne la protagonista) futili, stupidotte, vanesie. O nel caso della cattivona di turno che non poteva mancare (figurarsi), ad incarnare il razzismo e la prevaricazione per una torta di mèrda... non si è voluti risalire alla radice del problema, preferendo anzi considerare tutta la storia come facente parte di una vendetta personale. Non bastano gli accenni alla società degli anni '60 americani, non bastano ogni tanto qualche canzone di Bob Dylan per fare di un film contro il razzismo un BEL film.
Ma la cosa peggiore nel senso assoluto, al di là di tutte queste perplessità personali, è l'oggettiva zuccherosità diabetica di troppe, troppe scene. Non credo che il cinema sia più questo; The Help avrebbe ricevuto lo status di capolavoro negli anni '60 se fosse stato girato in quel periodo. Oggi non è più accettabile una cosa del genere, vale come lezioncina pedagogica (fatta male) sul razzismo dell'epoca; ma non sul perché.

Le note positiva ci sono, e come al solito è il rovescio della medaglia di questa paccottiglia hollywoodiana: il film è scorrevole e si guarda che è un piacere. Tranne un problema grosso: dura due ore e venti senza motivo, ripetendosi in continuazione e con irritabilità nelle situazioni. Se fosse durato un'ora in meno sarebbe stato anche più incisivo.
E poi la prospettiva femminile, per quanto stupida e a mio parere per nulla incisiva come tutto il resto data la banalizzazione dei personaggi e degli argomenti, si avvale in ogni caso di un ottimo cast che non sbaglia un colpo. La Chastain è certo lo stereotipo dell'oca borghesuccia americana anni '60 ma da anima al suo personaggio, è un attrice da tenere costantemente sotto osservazione in futuro. Emma Stone simpatica, cast delle donne di colore ottimo. Anche la Howard si rende odiosissima come dovrebbe essere.
Ma se non si fosse capito il mio biasimo va proprio alla banalizzazione di un cinema costruito a tavolino come i suoi personaggi, a cui non bastano grandi interpretazioni per dare anima al tutto.
The Help oggi è una presa in giro. Anni fa non lo sarebbe stato ma adesso lo è, fumo negli occhi dalla patina seducente. Ma appunto tutto fumo e niente arrosto (cucinato dalle negre che per la miseria, fanno il pollo fritto come nessun'altro e infatti l'unica cosa che rimane di The Help è che le casalinghe americane anni '60 non sapevano cucinare ma le negre erano cameriere e cuoche straordinarie e fedeli come cagne).
andreapau  17/12/2013 09:51:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ottimo commento, voto sin troppo alto.
Complimenti
elio91  17/12/2013 11:17:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grassie andreapau, mi sa che il tuo (se l'hai scritto) me lo sono perso. Lo cerco con curiosità...
andreapau  17/12/2013 22:01:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
niente di che, ti assicuro:-)
guidox  11/06/2012 20:52:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ciao, il preconcetto di cui parli effettivamente salta fuori nel tuo commento, almeno per come la vedo io.
per me infatti sbagli l'approccio in partenza, perchè se ti limiti al solo discorso del razzismo e della sua rappresentazione, ti perdi tanto del film, che vive sull'interpretazione di attrici bravissime, di momenti descritti eccezionalmente e che nonostante il tema trattato, vengono stemperati con trovate divertenti da vera commedia.
è un po' come nei film sugli ebrei e sull'olocausto: il buonismo affiora sempre, anche se credo che fondamentalmente sia impossibile non affrontare così l'argomento.
l'alternativa è parlare di un tema sociale oppure non farlo; una volta che se ne parla, può differire lo stile, ma il punto di vista sulla questione ha pochi margini.
che poi ci sia retorica posso essere d'accordo, ma non si può andare all'estremo opposto e guardare la cosa col cinismo.
in fondo il colore della pelle nel sud degli USA è un problema tuttora; e per farti un altro esempio, anche se gli ebrei col discorso di Israele possono risultare meno "simpatici", è innegabile che sono stati vittime del Nazismo; quindi i film sul tema su questo aspetto saranno sempre molto somiglianti.
sempre con rispetto parlando. ;-)
un saluto

elio91  12/06/2012 18:35:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non credo si sia capito del tutto quello che intendevo dire: gli intenti sono belli e puri, non ho dubbi. Mi da fastidio l'idea di un cinema hollywoodiano ancoràto ancora ad una concezione simile di cinema: questo non è più cinema, non ho bisogno del pippone razziale per sapere che le donne di colore erano letteralmente schiavizzate e sfruttate dallo stato americano bianco. Ma quantunque il film volesse solo raccontare una semplice storia, non può trattare CONTRO i pregiudizi ricadendo proprio in questi: è un film stereotipato da una parte e dall'altra. Credo ci sia poco da dire in questo senso.

Poi il resto è ampiamente una cosa personale, io non ci posso credere che ancora si facciano film del genere in America. E difatti solo lì li fanno, e pure male (nel senso, tecnicamente è scorrevole e tutto ma concettualmente poverissimo): è lo stesso con The Hurt Locker, un filmaccio che assurge a capolavoro (??) ma che di cinema sincero ha solo gli intenti, in realtà ricade nell'errore di perpetuare un razzismo "al contrario". Non è questione di bianchi e neri, proprio di un cinema senza alcuna morale se non quella buonista che vuole tenere il suo pubblico bene a posto e a bada.
Ripeto che se fosse stato fatto massimo nei '70 questo film avrebbe avuta tutta la mia stima, ma adesso francamente no.

Ciao!
guidox  12/06/2012 19:26:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sul gusto personale c'è poco da discutere, quindi se la tua opinione è questa resta più che rispettabile.
però ti ripeto che per me dai una visione troppo incentrata sul tema portante, che seppur basato su uno stereotipo e di conseguenza su alcune cose retoriche, ha un'ottima forza narrativa e vive di momenti divertenti che stemperano (tanto che definire il tutto "pippone razziale" mi pare un po' esagerato) , parte da un incipit quantomeno originale e apre anche a tematiche sul mondo femminile che talvolta sovrastano il discorso del semplice colore della pelle.
concettualmente questo film è povero perchè tu gli dai un significato che (sempre a mio avviso non ha); non è Radici, tanto per farti un esempio.
chi lo apprezza non lo fa perchè ha un bisogno disperato di sentirsi dire che i bianchi negli stati del sud in America negli anni 60 erano cattivi, ma perchè è un film interpretato benissimo, dove la storia scorre che è un piacere e grossomodo, a differenza di ciò che affermi, il tutto è raccontato con leggerezza.
poi lungi da me affermare che sia un capolavoro, come non lo è The Hurt Locker, che ha un taglio descrittivo chiaramente "di parte", ma che per alcune scene è costruito alla grande e dà quel senso che la regista vuol dare.
ripeto, non voglio convincerti di nulla, solo darti un punto di vista che renda plausibile ai tuoi occhi il perchè questo film a tanti sia piaciuto, andando oltre il tema del razzismo.
ri-ciao