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E ORA DOVE ANDIAMO? regia di Nadine Labaki

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     9½ / 10  07/02/2012 20:50:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con CARAMEL ci aveva dato un assaggio del suo talento e adesso Nadine Lebaki con E ORA DOVE ANDIAMO? afferma il suo talento di promettente regista, che esordiente, esce dal cinema di nicchia come una luce diffusa illuminando gli spettatori di tutto il mondo con il suo piccolo capolavoro. Si, un piccolo capolavoro che non manca di una buona tecnica cinematografica, un soggetto originale al meglio sviluppato con una delicatezza che solo lei sa mettere.

Il film si apre con diverse riprese di campo che inquadrano un paesaggio arido, secco, dove vige il silenzio. Un silenzio che viene interrotto esternamente con un sottofondo di musiche tradizionali e da una voce narrante e internamente dalle urla, dai canti e dai passi di alcune donne vestite di nero. Un lamento profondo che sale verso l'alto, verso un dio comune ma che per motivi arcaici divide fratelli da secoli. Le vediamo li con la loro danza che rende così armonioso l'insieme e carica di drammaticità la scena intrinseca di lacrime e solitudine in quel posto dimenticato da dio. Una solitudine che accresce in scene come quelle dell'attraversamento del fine sentiero con sotto un dirupo profondissimo. Un posto che a noi occidentali pare così lontano, così diverso, così buffo. L'ambiente non ci appartiene per niente ma ad un certo punto magicamente diventa tutto così famigliare, echi nella nostra mente riaffiorano.
Nel piccolo villaggio si conoscono tutti ma spinti da orgogli religiosi si odiano e sono pronti a prendere il fucile e ad ammazzare il proprio vicino, quando è solo una questione di credo che a questo punto diventa una guerra frivola, senza senso, come del resto tutte le altre guerre, guerre che portano distruzione, morti, drammi, guerre che finiscono in un grumolo di macerie, guerre che vengon scritte sulle pagine dei libri di scuola per poi essere dimenticate..

Posto su uno sfondo contemporaneo il film tratta il delicatissimo scontro tra musulmani e cristiani, argomento di accese discussioni che durano da tempi remoti su non si sa quali problemi, ma solo volendo dimostrare che la propria religione è la migliore.

La regista anche se tratta un tema difficile non butta per niente sulla solita facile strada della drammaticità il tutto ma inserisce pezzi musicali con una fantasia intrinseca al cinema che è allo stesso livello della realtà e soprattutto usa un lato molto ironico per raccontare l'intera vicenda e ne è la prova la scena miccia in cui un ragazzo rompe la croce cristiana e partono le accuse e i dispetti, da un danno giovanile fatto con "ingenuità" si arriva alle mani e alle armi. Le uniche che sembrano capire che farsi la guerra è inutile, che non esiste motivo valido per uccidersi perché di religioni diverse, sono le donne. Donne forti nell'animo e nel corpo, lottano fino alla fine escogitando piani per nascondere verità pericolose e per proteggere i loro uomini da una morte stupida.

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