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BENVENUTI AL NORD regia di Luca Miniero

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drobny85     7½ / 10  09/02/2012 20:50:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono sorpreso dalla media voto così bassa, prima della proiezione mi immaginavo di vedere un sequel con una chiara impronta commerciale piuttosto che un normale proseguio della storia in salsa nordica, beh è innegabile che il vil danaro ha accellerato i tempi per far si che un anno dopo ci fosse anche un "Benvenuti al nord", ma questo non ha fortunatamente tolto qualità a questo lavoro.
Molti amici mi avevano riferito di aver visto una pellicola si carina, ma anche spenta e priva di mordente, dopo la visione, a mio modesto parere, ho pensato che è proprio quello che gli autori volevano.
E' innegabile, tra nord e sud ci sono molte differenze (al di la dei soliti luoghi comuni) ad esempio i dialetti ed i ritmi di vita che influenzano poi il quotidiano di una persona, questo vuole rappresentare il film.
Bisio e Siani sono afflitti da problemi familiari dovuti al lavoro, ma per due cause opposte, uno per il troppo lavoro che lo assorbe trascurando in parte la famiglia, l'altro invece che il suo tempo lo vuole dedicare al pargoletto Edison preferendo un impiego part time. Queste due storie si intrecciano e hanno come base comune la città di Milano, ben rappresentata come una città che si sta ammodernando per rimanere al passo coi tempi, ma che strizza anche l'occhio alla tradizione (non casuale la scelta della casa milanese di Bisio, un vecchio stabile di ringhiera dove però sono ben visibili i più moderni grattacieli, ancora in costruzione, di porta nuova)
le gag proposte non sono nuove e fiammanti ma riescono comunque a far sorridere lo spettatore, il calore del sud del primo capitolo è in parte disperso dal tepore nordico, questo comunque non manca di mostrare, per esempio, il soccorso dei passanti dopo uno svenimento "improvviso" su un marciapiede, ciò dimostra che sono i piccoli gesti che ci rendono uguali, qualsiasi sia la nostra provenienza.
Unica nota negativa, ahimè, è il rappresentare i milanesi che parlano in dialetto, è vero che lo fanno solo i "vecchi" nel corso della pellicola, ma ormai sono sempre più perle rare sentire certe frasi per strada, nel corso del film invece sembra che sia normalissimo, in parte posso capire tutto ciò dettato dall'esigenza di dare una rappresentazione, anche dialettica della differenza nord/sud, infatti gli autori comunque mostrano anche lo slang giovanile milanese "bella zio" e "tipo" non mancano di allietare i dialoghi nel corso della visione.
in conclusione siamo davanti ad un altro ottimo lavoro, custodirò gelosamente questi due film perchè rappresentano, tra difficoltà e diversità l'essenza di un popolo italiano comunque unito, solo Paolo Villaggio con i suoi "Fantozzi" era riuscito a rappresentare l'Uomo Italiano, questi lavori invece rappresentano il popolo e le sue diverse usanze.

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