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SCENE DA UN MATRIMONIO regia di Ingmar Bergman

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elio91     8 / 10  08/07/2012 16:12:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è poco da fare: Bergman potrebbe girare un film ambientato in una sola stanza riprendendo i primi piani di due attori e risultando più cinematografico di tutti i registi del mondo. A conti fatti, lo ha davvero fatto (ovviamente ho esagerato le condizioni però...): Scene da un matrimonio, osannato da tanti, è effettivamente un film bellissimo. è l'analisi lucida, dolosa e crudele del rapporto coniugale, con vari sprazzi di speranza disseminati qui e là. Bergman dirige sobriamente, ancora più del solito, si nasconde dietro i volti di due attori superbi come Josephson e la Ullmann, li fa amare, odiare, carezzarsi, picchiarsi, parlarsi addossi in continuazione senza mai sembrare di troppo, dividendo il film in capitoli che a modo loro potrebbero essere visti slegati gli uni dagli altri e in maniera autoconclusiva risultando sempre chiarissimi e chiarificatori.
Non credo avesse mai utilizzato cosi tanti primi piani in un solo film fino a quel momento, ne è pieno: la cosa straordinaria è che, pur durando quasi tre ore, non ci si annoia e anzi ci si distrugge insieme alla coppia e si è rapiti intensamente dai loro atti.
Altri tocchi di genio: ridurre i protagonisti a solo due, tranne brevi comparsate di amici di famiglia in crisi e colleghi di lavoro; evocare solo attraverso le parole gli amanti, gli amici, le figlie di questa coppia che in tal modo diventa centro e prigione dell'intero schermo. Si ha la sensazione di entrare in claustrofobia sempre, salvo poi che Bergman ci fa respirare la sua ora d'aria tra un capitolo e l'altro per poi ripiombare in interni borghesi, stantii, anonimi. In una parola: Bergman è un mago, gioca con le emozioni e sa come provocarle nello spettatore. Non c'è altro da dire se non che questo è un film per la televisione poi ridotto al cinema. Anche per questo il suo essere ancora più cinematografico, pur essendo uno dei lavori più teatrali di Bergman, lo fa assurgere ad un valore più alto ancora.