paride_86 6½ / 10 16/07/2010 03:26:18 » Rispondi Ridotto a quasi tre ore da uno sceneggiato Tv che ne durava circa due in più, "Scene da un matrimonio" è senz'altro un film introspettivo e intelligente nelle intenzioni. Detto questo, almeno dal mio punto di vista, non è privo di difetti, innanzitutto formali: la scelta di non mostrare quasi mai personaggi diversi dai protagonisti è sicuramente calcolata e volta a focalizzare il nucleo del discorso sul loro rapporto, ma sommata alla lunga durata e all'assenza di una vera colonna sonora finisce per stancare lo spettatore; il passare degli anni (10 in tutto), inoltre, non viene evidenziato dal trucco o dal modo di vestire degli attori e questa, a mio avviso, è una pecca molto grave perché la maturazione dei personaggi e la loro evoluzione personale è fondamentale nella vicenda. Veniamo poi ai contenuti:
in dieci anni i protagonisti non fanno altro che tradirsi a vicenda, accasarsi con nuovi partner e tradirli a loro volta, ritrovandosi infine come amanti, più affiatati così di quanto non lo fossero stati da sposati. I più romantici potranno vedere in quest'evoluzione un amore che non si spegne nel tempo, o una vera fedeltà verso una persona sola, come suggerisce la protagonista in una scena del film; io invece ci vedo solo il ritratto di due persone sentimentalmente immature, due "analfabeti", come recita il titolo di uno dei capitoli, totalmente incuranti dei sentimenti delle persone che di volta in volta ingannano. Bergman ci nasconde questi personaggi secondari, cercando così di non farci assumere il loro punto di vista, eppure mi è impossibile non tenerne conto. Come,del resto, è difficile credere che due figlie non contino nulla nella storia di un matrimonio, nelle scelte dei coniugi e nelle loro traversie sentimentali. Già, perché in questo film le bambine della coppia vengono trattate dai genitori alla stregue di beni materiali, da spartire e di cui preoccuparsi solo economicamente. Non si accenna a particolari scrupoli nei riguardi delle figlie da parte dei genitori, soprattutto del padre, nel momento in cui decidono di divorziare, e questo mi sembra davvero molto inverosimile. Un'altra cosa che non ho gradito è la leggerezza con cui Bergman ha trattato la violenza: Johann picchia selvaggiamente Marianne senza alcuna conseguenza nella storia, senza giustificarsi o nemmeno chiedere scusa.
Senza dubbio i protagonisti sono grandi attori, specialmente Liv Ullmann, che in questo film ha dato una felice interpretazione di un personaggio complesso e sfaccettato. Un merito che va riconosciuto al film è senza dubbio l'aver parlato con schiettezza dell'importanza del sesso nella coppia, e di averlo fatto cerebralmente, senza immagini pruriginose. Tuttavia ho molte riserve su questo film e per quanto ho detto prima non lo considero uno dei migliori risultati di Bergman.