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L'ULTIMA RISATA regia di Friedrich Wilhelm murnau

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amterme63     9½ / 10  02/02/2009 17:47:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono rimasto anch'io sbalordito dal film. A questo punto penso davvero che Murnau sia forse il più grande cineasta del periodo muto, almeno dal punto di vista della fotografia e della tecnica di narrazione. Certo i russi sono più bravi nel rendere la storia delle idee e delle masse, ma per quanto riguarda la penetrazione nell'interiorità umana, è lui il campione.
La tecnica di ripresa è particolarmente mossa per l'epoca. I cambi di campo sono molto frequenti. Si osserva da lontano, da dietro oggetti o finestre (ecco da dove ha imparato Ophuls), poi all'improvviso ci si avvicina si gira intorno al personaggio e poi lo cogliamo nel suo più intimo sentimento grazie a delicati e suggestivi primi e primissimi piani. Non mancano poi sovraimpressioni, distorsioni come nella famosa scena del sogno. L'occhio della cinepresa indaga poi a fondo anche l'ambiente in cui agisce il protagonista, non si fa sfuggire nulla. I ricchi ambienti dell'hotel Atlantic e quelli poveri del quartiere popolare dove vive il portiere sono descritti minuziosamente e rivelano oggettivamente lo spirito che li anima. La gente che va a lavorare, le donne che fanno le pulizie e spettegolano; oppure nell'albergo i borghesi e il direttore con il loro comportamento distaccato e indifferente che si sentono superiori rispetto al personale.
La scenografia del quartiere popolare è suggestiva quanto quella di Metropolis.
Lo sguardo sull'umanità che vive in questi luoghi è a dir poco impietoso e penetra senza pietà mostrandoci come dappertutto regni il disinteresse e la cattiveria verso i problemi e le sfortune degli altri. Se uno non riesce a stare al passo con la società (perché vecchio e malato) allora viene degradato e quasi deriso. E' come appari quello che decide cosa sei per gli altri.
Murnau va giù duro con il protagonista del film e l'occhio della cinepresa ci mostra tutto il suo dolore, ce lo sbatte in faccia e ce lo fa sentire come se fossimo lì al posto suo. Fa molto male senz'altro. Veramente è poco, appare decisamente poco una carezza di solidarietà, l'unica cosa che riesce a ricevere uno che ha perduto tutto e che si trova completamente solo. E' comunque una flebile piccolissima speranza. L'umanità non è tutta indifferenza e egoismo.
Purtroppo questo film è rovinato nel finale. Il mercato cinematografico allora non poteva tollerare un'opera così dura. Ecco allora che Murnau aggiunge una coda assai improbabile alla storia, colorandola però di tanta ironia e dandole un tono da commedia.
Il finale rassomiglia un po' a quello di Metropolis: occorre concordia e rispetto reciproco fra i vari strati sociali. Nessun essere umano si deve sentire superiore rispetto ad un altro essere umano.