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MIO ZIO regia di Jacques Tati

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pier91     8 / 10  04/04/2012 20:29:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La tecnologia superflua conforma tutte quelle azioni quotidiane che si ritengono a torto insignificanti, i piccoli gesti nei quali inconsciamente riversiamo la nostra personalità. Anche la semplice andatura racconta molto di una persona, ma i percorsi sistematici nel giardino di monsieur Arpel costringono chiunque a camminare allo stesso modo. Il caos spontaneo al contrario, tutto ciò che è asimmetrico e scomposto, genera un'equa diversità. La dimensione felice di Gerard e di suo zio Hulot è nello scompiglio delle strade, nella molteplicità rumorosa delle identità libere.
Per quanto Tati costelli il film di dettagli visivi cui è difficile star dietro, la sua poesia è di una immediatezza disarmante.