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PLAY TIME regia di Jacques Tati

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Invia una mail all'autore del commento wega     10 / 10  16/04/2009 21:56:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Qualcuno troverà improbabile il fatto che lo stavo per rivedere per la terza volta consecutiva, ma che film ragazzi. E' stato utile in questi giorni inquadrarmi meglio in un autore e la sua "ideologia del piano sequenza" come Mizoguchi, per capire meglio questa straordinaria - la prima che vedo - opera di Tati. Anche se qui si potrebbe parlare di "ideologia del piano fisso", il meccanismo che dovrebbe innescarsi nello spettatore è lo stesso. La permanenza sui campi lunghi (bisognerà aspettare 10 e 110 minuti per gli unici due piani americani dell' intero film) la totale assenza di primi piani e la mdp sempre un po' più alta rispetto all' altezza uomo, è importante per stabilire l' assoluta mancanza di una focalizzazione su un personaggio in particolare; anzi, qui le azioni più importanti si svolgono solo in secondo o terzo piano."Play Time" è un Capolavoro di squisita complessità, un' opera d' arte da guardare da un' altra prospettiva (i ritratti che "ci" scrutano, lo specchietto retrovisore, la Torre Eiffel riflessa sulla porta di vetro), in anticipo sui tempi, è un' assurda parabola - futurista allora, contemporanea oggi - sull' essere umano privo di identità, e che sembra non essere in grado di adattarsi all' inflessibilità del suo territorio. E geniale è perché tutto ciò parte proprio dal linguaggio: il ritmo, statico prima e serrato poi ma sempre artificioso, la focalizzazione zero appunto e il rigore geometrico dell' intero complesso scenografico, da capogiro, di cui sfido a darne una connotazione certa alle varie parti durante la visione. Uscito un anno prima di "2001: Odissea nello Spazio", un altro fondamentale film muto nell' era del sonoro.
Neu!  16/04/2009 22:36:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bravo, ottimo commento. avrei dovuto anche io scrivere quese cose invece che quel mio commento striminzito, ma non ne avevo voglia :-)
<<"2001: Odissea nello Spazio", un altro fondamentale film muto nell' era del sonoro.>> grande! io lo dico da sempre.
Invia una mail all'autore del commento wega  17/04/2009 23:36:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh dai, è stato un caso che ho seguito una spiegazione del grandissimo Enrico Ghezzi su Mizoguchi. A parte che c' è un buco, sul meccanismo sullo spettatore che dovrebbe essere lo stesso, sì, ma quale. Semplicemente che lo spettatore è obbligato ad una partecipazione forzata, chi c' ha voglia poi ovviamente. Vedo che abbiamo più o meno gli stessi gusti, quindi mi dovrò rivedere per forza "L' Age d' Or" che sta per uscire restaurato (il mio era scaricato, pessimo, in francese sub spagnolo per cui..), poi se non lo capisco proprio me spiegherai un po' dai. Ciao.