amterme63 9 / 10 20/03/2011 22:53:45 » Rispondi E' diversi giorni che questo film mi frulla per la testa. Comunque non ho dubbi: si tratta di un'opera molto importante nella storia del cinema, un film esteticamente e filosoficamente fondamentale, ricchissimo di spunti di riflessione, pieno di implicazioni etiche ed estetiche che hanno segnato lo sviluppo della settima arte. Come valore io lo paragonerei a film come "Aguirre furore di Dìo", "Apocalipse Now", "Arancia meccanica", "Salò". Bisogna quindi arrivare "preparati" alla visione di questo film, avere alle spalle la conoscenza di tanti film, la lettura di tanti libri, molta esperienza di come funziona l'Uomo e la Societa. Non è quindi un film "per tutti". Come è destino di tutte le opere controverse, anche questa è stata oggetto di fraintendimenti, di forzature e in qualche maniera ha avuto conseguenze "non previste" da chi l'ha ideata e realizzata. In altre parole sono nate tante "volgarizzazioni", dove di quest'opera si prendeva in considerazione solo la parte superficiale, quella più d'impatto e appariscente, che tolta dal contesto ha finito per segnare (in negativo?) i generi delle epoche a venire (fra cui la nostra). Anche a livello tecnico è un film di eccellenza, con riprese accurate e originali (tutte funzionali alla storia), di grande impatto emotivo. Dulcis in fundo la splendida, magnifica colonna sonora di Riz Ortolani, la quale non è un semplice accompagnamento alle immagini, ma interviene in maniera fondamentale a determinarne il significato delle scene. Ci sarebbe da scrivere un intero trattato su questo film. Nello spoiler alcune mie riflessioni.
Tema centrale del film è la questione civiltà-barbarie, progredito-primitivo, sociale-istintivo, spirituale-materiale, bene-male. E' un dilemma che accompagna la civiltà occidentale contemporanea borghese fin dalla sua formazione ideale con l'Illuminismo. Sono stati infatti gli illuministi i primi a stabilire ciò che è "razionale", evoluto, civile, istituendo tutta una serie di norme di comportamento individuale e collettivo, allo scopo di eliminare dal reale e dal visibile tutto ciò che è violenza, sopraffazione, arbitrio, pregiudizio, fanatismo. Da allora in poi ogni singola persona si è trovata a conformarsi a un certo codice "civile" e morale e a "reprimere" tutto quello che è contrario. Oggi a più di 200 anni di distanza possiamo tranquillamente dire che l'incivile, il brutale, l'istintivo che è nell'Uomo non è stato certo estirpato, eliminato, piuttosto si è "rifugiato" in ciò che non è reale e non è visibile. In altre parole il nostro immaginario (se lasciato libero) tende ad esprimersi con tutto ciò che è vietato e proibito, tanto più che dove non arriva l'occhio del "civile" (la legge) o dove perde la presa (guerre, disastri, ecc.) dominano incontrastati l'arbitrio e la violenza. E' cambiato l'ambiente in cui viviamo, sono cambiate le norme, ma l'Uomo in sé nò, quello non è cambiato, è sempre quello della giungla, del cannibalismo. Questo sembra comunicarci in maniera drammatica e scioccante questo film. Ci sono però diverse maniere di rapportarsi con la parte "oscura" e infatti il film è diviso in due parti. Nella prima parte viene presentato un modo di rapportarsi "rispettoso", aperto, quasi umile e dialogante verso ciò che è opposto e negativo, dimostrando che questa è l'unica maniera possibile per entrare in contatto e dialogare. Il protagonista in questa parte è il personaggio del Professore, con il quale si vuole rappresentare un modo non pretenzioso e altezzoso di essere razionali e civili. Non a caso fa l'antropologo, cioè una figura già predisposta a capire e a interpretare tutta l'infinita varietà di comportamenti sociali umani. E' tuttavia una persona dotata di valori base fondanti (e questo è importante): odia la violenza, la sopraffazione ed è istintivamente solidale. Il suo viaggio nella giungla amazzonica è una specie di discesa all'indietro nella "civilizzazione", in cui è costretto a rivedere e a derogare a tutto ciò che era abituato a credere e a fare. Per prima cosa deve comprendere che in certe circostanze e in certi ambienti essere troppo buoni e solidali è un lusso che non ci si può permettere. Poi si deve (ri)abituare all'aspetto orribile e crudele della natura e del modo di vivere umano "naturale". Il primo impatto è con un cranio in decomposizione (che gli provoca il vomito), poi deve assistere alla macellazione di animali vivi (cosa praticata senza patemi in campagna dai nostri bisnonni), poi a rituali sadici e violenti (e qui deve frenare l'istinto di aiuto), infine arriva anche a mangiare carne umana pur di raggiungere ciò che si propone. Tutto questo dimostra l'origine culturale e non naturale dei nostri tabù e dei nostri divieti. Il tutto viene ripreso e rappresentato in maniera estremamente cruda e diretta, in sintonia con lo spirito disvelatore del film. Non tutto è negativo. Il Professore è anche protagonista dell'unica scena positiva e solare (e bellissima) del film, in cui si mette nudo in acqua e viene festeggiato da un gruppo di donne indigene. Questa scena fondamentale dimostra che non c'è solo crudeltà e violenza nel mondo umano. Il Professore rappresenta un simbolo "positivo" di coscienza critica attiva e vigile, verso il quale si vuole far identificare lo spettatore. E' molto simile al personaggio interpretato da Martin Sheen in "Apocalipse Now". La prima parte finisce con la deduzione che il "progredito" non si impone sul "primitivo" tramite l'esempio delle norme e dei principi ma solo tramite i suoi oggetti (l'episodio del coltello serramanico e del registratore). E' la tecnica e non l'etica che rende "superiore" la civiltà moderna e ne determina il successo. Si arriva così alla seconda parte, quella che mostra l'atteggiamento sbagliato e negativo verso la natura e il "primitivo", da parte di chi si dice "civile" ma che in realtà non lo è. I 4 ragazzi si apprestano a fare un viaggio simile a quello della banda di Aguirre; smargiassi, impreparati, irrispettosi, accecati dal nuovo oro e dal nuovo potere, cioè il sensazionalismo e il protagonismo mediatico visivo. La banda di Aguirre depredava, razziava avida di possesso, la banda moderna è avida di immagini e di avvenimenti insoliti e crudeli ed è altrettanto cinica e inumana. Entrambe si "meritano" la fine che fanno, se la sono cercata. L'evoluzione di Deodato rispetto a Herzog è nell'immagine che stavolta mostra tutto direttamente, senza pietà, e non attraverso ellissi o metafore. La finzione, lo spettacolo è la nuova forma di guadagno e potere, non ci sono dubbi e dietro c'è tanta manipolazione e tanta ipocrisia. L'immagine filmata non è la verità, ma quello che si vuole far apparire come vero. Date le circostanze, il materiale recuperato, girato dai 4 ragazzi "avventurosi", perviene vergine, senza i profondi tagli che in genere vengono fatti (fino a 2/3 del girato). Possiamo così vedere l'ossessione di filmare tutto, anche quello che non ha scopo riprendere. Filmare dà quasi un senso di potere e di dominio sugli oggetti. C'è poi un chiaro gusto sadico e drammatizzante che getta una cattiva luce sui documentari scientifici sensazionalistici (così diffusi oggi) e sui reportage dai luoghi estremi (esecuzioni, torture). L'atteggiamento moraleggiante è chiaramente falso e ipocrita. Addirittura non ci si perita di continuare a filmare davanti a uccisioni crudeli, torture, sventramenti, stupri, aborti; non ci si ferma neanche davanti agli atti che coinvolgono i propri amici e la propria ragazza. L'immagine estrema e la morbosità di "vedere" e assistere si dimostrano qualcosa di amorale e onnipotente, l'unica attività consentita che permette di elevarsi al di sopra del bene e del male. Per questo ne è nata una fiorente industria e una corsa a chi riesce ad essere più estremo. Il film stesso ci suggerisce quella che sarà la deriva della civiltà dello spettacolo. Una didascalia sugli ultimi fotogrammi ci avverte che il materiale girato non è stato evidentemente distrutto ma venduto illegalmente a peso d'oro. A questo punto assume un altro senso il concetto di "cannibalismo", come splendidamente espresso dalle ultime battute del Professore. Noi moderni non siamo meno cannibali dei primitivi; loro si nutrono materialmente, noi spiritualmente, appropriandoci indebitamente tramite l'immagine di tutto ciò che causa dolore, morte o che appartiene privatamente e intimamente a una persona. Rimane lecita l'accusa nei confronti di questo film di comportarsi come le figure che si vogliono criticare, cioè di essere a sua volta cinico, amorale, voyeurista, sadico. Un po' la stessa accusa che è stata rivolta a Pasolini per "Salò" e a Kubrick per "Arancia meccanica". Ad assolverlo da questa accusa intervengono secondo me diversi elementi (il contesto, la mancata eroicizzazione, la presa di distanza, lo svolgimento dialettico, l'estraniamento) e fra questi fondamentale è l'accompagnamento musicale che come in "Arancia meccanica" di Kubrick è di natura contrastante con l'immagine. I suoni armonici e orchestrali insieme a scene crude e orribili danno una sensazione di tristezza, di malinconia, di dolore. E' un film comunque pesante da digerire, ogni tanto mi "perseguita". Avrei voluto che non ci fosse mai stata la "necessità" di girarlo.
Ciumi 04/04/2011 17:56:30 » Rispondi Interessante il tuo commentone, Luca, il film l’ho visto ieri dopo averlo letto qualche giorno fa.. “Assolverlo” però non è così immediato, almeno per me, qualche perplessità mi resta. La musica è forse l’elemento che più opera in tale senso, anche se trovo che il suo compito sia diverso da quella che sceglieva Kubrick per “Arancia meccanica”, in quel caso anzi la musica sembrava magnificare la violenza, non era pietosa come quella scritta per C.H. Kubrick forse con Beethoven intendeva amplificare, dare slancio quasi erotico alle immagini, non dissociarsene o contrastarle, come fa diversamente Deodato. Tra l’altro la didascalia finale, che è significativa, mi era sfuggita..
amterme63 04/04/2011 23:32:53 » Rispondi Io l'ho visto su dvd, nella versione restaurata e non tagliata (almeno così dovrebbe essere). Se l'hai visto in altra forma, allora può essere che la didascalia non ci fosse. In ogni caso la puoi vedere qui: http://img222.imageshack.us/i/finalech.jpg/ Io non ho scritto che lo assolvo in toto, ho solo elencato elementi a suo favore, poi ognuno è libero di esprimere il proprio giudizio. Il principale elemento d'accusa è il fatto di avere voluto mostrare coscientemente quello che pietà e dolore vorrebbero che non si mostrasse apertamente. Herzog spesso si è trovato a filmare scene (una volta due ragazzini che torturavano per gioco un gallo) che poi ha distrutto. In "Grizzly Man" visiona il filmato in cui il protagonista viene sbranato da un orso e consiglia assolutamente di distruggere il filmato. Nonostante ciò Herzog ha fatto un film ("Anche i nani hanno cominciato da piccoli") con scene abbastanza disturbanti, anche se non proprio come quelle di CH (e ha dichiarato che oggi non le rifarebbe). Certe cose sono altrettanto terribili anche da suggerite, piuttosto che da mostrate (vedi "Il pranzo di Babette"). Ma il film è questo e se non era così non avrebbe avuto lo stesso significato. Comunque non penso ci sia bisogno di farne altri in questa maniera. Il tema della deriva barbarica visiva è stato già ampiamente sviscerato da CH (come la filosofia di Sade da "Salò") e non c'è bisogno di bis crudi come questo.
Ciumi 05/04/2011 07:24:49 » Rispondi Luca, io avevo capito che nel tuo commento non intendevi né assolvere e né condannare il film, ti ho scritto solo una mia sensazione, con ciò non volevo dire che tu la pensassi diversamente.. In poche parole intendevo dire che il sospetto d’una partecipazione da parte del regista, per la troppa insistenza, mi ha disturbato la visione più che le violenze; ma ciò non mi porta ad un giudizio assolutamente negativo, mi porta a dei dubbi.. Gli esempi che riporti di Herzog sono emblematici, è un argomento, quello della violenza, del dolore, difficile e contradditorio, soprattutto per l’arte.
Comunque per avere più chiaro il quadro sarebbe utile conoscere l’opera di Deodato. Io non ho mai visto altri suoi film..
amterme63 05/04/2011 14:04:25 » Rispondi Nemmeno io. Comunque "Cannibal Holocaust" è un film notevole, non un filmettino qualunque. E' ottimo anche dal punto di vista "tecnico". Questo è sufficiente per fare di Deodato un Regista con R maiuscola, indipendentemente da quali altri film abbia fatto. Poi certi film segnano la carriera e Deodato ha fatto un po' la fine di Browning dopo che ebbe girato "Freaks" . Ottimo anche il tuo commento, Maurizio. Grazie e alla prossima.
Ciumi 06/04/2011 07:24:15 » Rispondi Ah, se non l’hai mai visto e ti va guardati “Il cameraman e l’assassino”, dopo avere visto CH ho scoperto quanto abbia preso spunto dal film di Deodato. Lo consiglio anche a Kommando, se sta seguendo la discussione. Ciao!
KOMMANDOARDITI 27/03/2011 22:04:52 » Rispondi Ho letto questa tua splendida recensione con colpevolissimo ritardo e sono rimasto ancora una volta sbalordito dalla profondità e dall'acutezza con le quali hai sviscerato le enormi implicazioni del film di Deodato, soprattutto a livello tematico di lungimiranza sulle derive sensazionalistiche dell'attuale civiltà mediatica. Il paragone coi capolavori di Herzog, Kubrick, Coppola e Pasolini verrebbe sicuramente considerato una intollerabile provocazione blasfema da parte dei cinefili più salottieri, quelli coi paraocchi estetico-ideologici, ma personalmente non posso far altro che sottoscriverlo da cima a fondo, pienamente. Troppa superficialità nel valutare un prodotto indubbiamente segnato da violenze poco digeribili sugli animali ma della cui importanza premonitrice è impossibile non accorgersi. Sul film, come ben dici, ci sarebbe da scrivere un vero e proprio trattato (io non saprei nemmeno da dove iniziare, tanti sono gli spunti e le diramazioni esistenti), la tua disamina però è davvero eccellente (soprattutto per quanto hai inserito nel corposo spoiler) e vale più di qualsiasi eventuale recensione ufficiale.
Veramente complimenti, Luca!
Adesso posso soltanto attendere con ansia una tua recensione di MALADOLESCENZA che, se tanto mi da tanto, prevedo gradirai parecchio parecchio parecchio :-)
amterme63 28/03/2011 09:02:29 » Rispondi Grazie mille dei complimenti, Nico. Da parte tua mi fanno sempre piacere. Ho in coda di visione gli altri titoli che mi avevi consigliato (il mulo li sta per finire). A questo punto ci inserisco anche Maladolescenza (e mi aspetto di procurarmelo velocemente ;-) ). Ho preso nota anche dei tuoi consigli per film porno-artistici. Mica sono solo spirito, sono anche carne ;-) !
KOMMANDOARDITI 28/03/2011 20:48:57 » Rispondi Ah, dici quei titoli che citai rapidamente tempo fa sul forum...? Certo che non ti sfugge nulla :D