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IN TIME regia di Andrew Niccol

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gerardo     6 / 10  12/03/2012 11:59:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un ristretto gruppo di ricchi fotomodelli di Dolce & Gabbana domina il resto del mondo, composto essenzialmente di fotomodelli di Armani, attraverso il possesso del bene più prezioso che c'è: il tempo. Quando il fotomodello d'Armani ribelle sente puzza d'ingiustizia, decide di fare il Robin Hood della situazione e mette in piedi il piano di redistribuzione della ricchezza. Dovrebbe essere un modello per il governo Monti e per l'UE, e un monito per la BCE, ma tant'è.
A difendere lo status quo dei beni ci pensa il custode del tempo, modello di Versace, uno che non si fa mai i ***** suoi, mentre nella parte sottomessa del mondo c'è un manipolo anarcoide di fotomodelli di Yves Saint-Laurent che cerca di fregare sul tempo a tutti.
Alla fine il nostro eroe, degnamente accompagnato da consapevole fotomodella pentita D&G, interpreterà al meglio il motto di Horst Fantazzini, "è più criminale fondare una banca, che rapinarla". Storie di lotta di classe in un futuro prossimo.
Il film sarebbe pure interessante sotto certi punti di vista, se non cadesse, ogni 2-3 minuti, nel ridicolo involontario. Potremmo anche pensare a una metaforica critica al capitalismo selvaggio, feroce e spietato, che accentra tutto nelle mani di pochi, lasciando le briciole al resto del mondo, costretto a una lotta tra deboli, e su questo punto il film ha tutto il mio consenso. Però poi penso che forse non è proprio questo l'intento del film, almeno non nei termini no global. Altrimenti, la classe dominante col ***** che terrebbe in vita solo 25 anni la classe dominata, quella che una volta si definiva "sottoproletariato"! Come minimo li farebbe campare fino a 65 anni, per farli schiattare al raggiungimento della pensione e ovviamente non pagargliela. Niccol, da questo punto di vista, non è stato molto attento.
Certo, il messaggio con cui termina il film è di speranza e di catartica giustizia. Immaginate se facessero uno spin off il cui protagonista è Raffaele Bonanni che ha come complice squinzia Emma Marcegaglia. Invece di rapinare le banche del tempo, andrebbe in giro a elemosinare compromessi con tutti, e la distopia più angosciante diventerebbe il modello Pomigliano. Agli operai, sottomessi, verrebbe sottratto il tempo della pausa pranzo e per pisciare, e utilizzato come bonus per un ulteriore sfruttamento lavorativo. brrr...
Tornando al film in questione, si esce dalla visione con una certa angoscia tant'è che pensi: ma se mi faccio un mezzoretta poi devo andare a fare una rapina per recuperare il tempo?
strange_river  13/03/2012 14:10:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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gerardo  13/03/2012 20:24:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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strange_river  15/03/2012 13:15:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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gerardo  16/03/2012 11:55:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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