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HESHER E' STATO QUI regia di Spencer Susser

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amterme63     7 / 10  07/02/2013 21:06:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film interessante e anche divertente che non annoia. Certo, non è perfetto: ha molti difetti (soprattutto di sceneggiatura), però è interessante ed invita a trarre considerazioni sugli Stati Uniti di oggi e sulla loro cultura.
Il tema principale del film è il superamento del dramma della perdita della persona cara (la madre) vistro attraverso gli occhi di un bambino. Il processo di elaborazione del lutto (che coinvolge in maniera più consapevole il padre) diventa allo stesso tempo un percorso di maturazione da parte del bambino, di presa di coscienza del mondo che lo circonda. In qualche maniera il film ci mostra l'introduzione di un bambino nel mondo disgregato, violento, cinico, degradato, qual che appare essere (almeno da questo film) quello attuale degli Stati Uniti.
L'atteggiamento del regista però è molto ambiguo a riguardo. Così come viene presentato l'eroe del film (il personaggio di Hesher), e soprattutto il fatto che viene presentato come eroe, in realtà si vuole esaltare ed elevare a modello proprio il modo di comportarsi che in teoria sembrerebbe quello più negativo e irresponsabile.
Hesher, questo tipo anticonvenzionale, cinico, violento, arrogante, becero, sboccato, esibizionista, distruttivo e parassita, viene come contornato da un'aura da eroe romantico maledetto. Tutti gli aggettivi che ho elencato prima, in genere legati a qualcosa di negativo, qui diventano qualcosa di positivo, da ammirare. Rappresentano ciò a cui una persona che socialmente non vale niente può aggrapparsi per contare qualcosa, per sentirsi "superiore". Ed è questo senso di libertà e sfida a tutte le regole (anche quelle -e soprattutto- di convivenza civile), la superiorità e la sicurezza del suo modo di fare, che lo rendono affascinante e incantatore. In qualche maniera Hesher appartiene alla stessa genia di Tyler Durden, ha più o meno la stessa filosofia e valenza etica.
Comunque per rendere accettabile ed eroe un personaggio maledetto lo si deve anche far apparire come angelo. Ecco quindi che si scopre che sotto, sotto ha una sensibilità, ama le persone anziane, soffre di solitudine, ha paure, incertezze. Insomma nel finale gli viene conferiro un ruolo catartico decisivo e salvifico per il bimbo e suo padre. Evoluzione e maturazione del personaggio? Non lo sapremo mai. Hesher come Tyler Durden sparisce e lascia dietro se la sua aura mitica, anche se ha contribuito a far rinascere un'unione familiare. Proprio così: in questa società precaria, disgregata, difficile, "merdòsa", c'è un solo ed unico valore a cui aggrapparsi: la famiglia. Questa è l'unica istituzione che si salva in questo film, l'unica che ha valore.
La mia personale impressione è che questo film sia stato fatto soprattutto per "omaggiare" la cultura che sta dietro la musica metal (la musica preferita da Hesher, i titoli di cosa scorrono su una canzone dei Metallica mi pare): l'individualismo superomistico alimentato di "bassa" cultura che è diventato un po' lo standard con cui la società americana giovanile di massa, che si crede "libera" ed "alternativa", rappresenta se stessa. In effetti il film appare quasi come un'opera a tesi: troppe le coincidenze (come fanno certe persone a trovarsi lì proprio in quel momento?). In generale (mia opinione) il film appare molto "studiato" e poco spontaneo.
Certamente salta all'occhio il rovesciamento nella scala dei valori che si è prodotto in America dal dopoguerra a oggi. Una volta si esaltava la laboriosità, la bontà d'animo, lo spirito civile (anche se in maniera falsa e ipocrita); ora invece sembra imperare l'individualismo sfrenato, lo spirito violento e distruttivo, l'egoismo. Non a caso l'unico personaggio altruista e disinteressato del film (la cassiera del supermercato) si sente in dovere di "giustificarsi" per il suo atto di intervento in difesa di una persona aggredita, accampando la famosa teoria (tanto di moda adesso) dell'aiuto dato solo per far piacere a se stessi.