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THE ARTIST regia di Michel Hazanavicius

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elio91     9 / 10  22/01/2012 19:17:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo era il cinema!


Un esercizio stilistico che non diviene un revival fine a sé stesso, ecco cos'è The Artist. Ed è più che apprezzabile e coraggiosa, è da lodare solamente l'idea di Hazanavicius di rendere il suo film realizzato con tecniche da cinema muto una sorta di discorso che utilizza il metacinema, la metafora e i simbolismi per parlare proprio del cinema stesso. E quindi, vedete, The Artist è un film sul cinema che parte dal proprio discorso all'interno dello stesso.

è anche una storia d'amore tormentata ma che non ha bisogno di "Ti amo" e baci per rendersi in tal modo ancora più spontanea, laddove i protagonisti sono riflessi di un'epoca e di un modo di pensare che va attualizzato ai giorni nostri: Georges è un testardo, coerente fino alla morte che non accetta la novità del sonoro. Peppy è una sua ammiratrice ma anche una nuova stella del sonoro, e il loro dovrebbe essere un amore impossibile anche se poi nel finale si vedrà che non è così. Qui il regista riesce a coniugare il suo messaggio di un cinema nuovo, capace di mutare forma restando fedele a sé stesso e quindi si assume già per sé il trionfo di una vittoria: The Artist come il suo protagonista che si considera tale, appunto, come Hazanavicius che dirige e scrive una pellicola d'altri tempi ma con una leggerezza e coscienza attuale che riesce a colpire e a non annoiare mai. Non c'è una forzatura che sia una. Non c'è un tono comico o drammatico, e i due si mischiano con una naturalezza impressionante dando vita a quello che può essere definito come un film di ampi respiro, apprezzabile da tutti. Anche da quei buzzurri che denigrano un film attuale perché in bianco e nero, o peggio ancora senza sonoro.
Il cinema che riflette su sé stesso, sul suo passato e sul suo oggi: come interpretare altrimenti sequenze come quelle degli incubi del protagonista sul sonoro, dove lui non riesce a pronunciare parola e tutte le cose che fino ad allora vivevano in un mondo ovattato dalle musiche di un'orchestra invece strepitano e abbaiano e ridono? Dove perfino una piuma che si posa con leggerezza diventa una granata bellica? Questo non sarebbe stato possibile farlo negli anni '30, ovvio. Hazanavicius lo sa, ed è per questo che The Artist riflette nella sua struttura e nel suo significato, come in un gioco di specchi infinito, proprio la storia simbolica dei suoi due protagonisti che finalmente scendono a patti senza snaturarsi.

E allora, che sia detto una buona volta: The Artist è un dono da accogliere con le lacrime agli occhi, senza esagerare. è il trionfo di un'apparente (solo apparente) semplicità e leggerezza nel fare cinema, ma che in realtà rimanda ad un universo di significati.


Questo è il cinema!