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DE PRETORE VINCENZO regia di Eduardo De Filippo

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elio91     10 / 10  11/03/2012 10:48:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
...E finisce tutto così? Non può finire... È vero, Vincenzo? Io ti aspetterò sempre, lo sai, no? Ci vedremo nel vicolo, nella piazzetta, dal friggitore dove andavamo a mangiare le frittelle, alla giostra, al tirassegno... Ti ricordi quando volevi sapere da me che avrei fatto se tu morivi? Io ti dissi: « Quello che farò lo so io». E invece non lo so. Tu lo sai adesso, e non me lo puoi dire. Non lo so che debbo fare. Che cosa ti piacerebbe che io facessi ? Se lo chiedo in giro mi dicono che debbo pregare...



Tratto da un poemetto dello stesso Eduardo, De Pretore Vincenzo è uno dei punti più alti della sua produzione per quel che mi riguarda. Certo è che se a teatro inizialmente non funziono per vari problemi legati al bigottismo e alla censura della chiesa che non gradì la seconda, splendida parte con il sogno di De Pretore in paradiso, in televisione invece De Filippo sperimenta come mai prima di allora tanto che pare che la condizione limitante del teatro e degli sfondi (stupendi di Raimonda Gaetani) palesemente finti rendano il tutto ancora più vero.
C'è poco da dire oltre questo: se il pessimismo sconsolante del finale ti ghiaccia dentro è solo perché l'invettiva di Eduardo contro un certo modo di intendere la religione e dall'altra parte l'etichetta che ti affibbia addosso la società dalla nascita (da padre ignoto) è forte, sentita, lui stesso figlio di padre ignoto.
De Pretore è il personaggio più bello del teatro eduardiano (ma sono aperto alla smentita) perché De Pretore è Eduardo; se non fosse cresciuto nell'arte del teatro sarebbe diventato come lui, e forse questa sua bellissima storiella fiabesca poco consolatoria è uno sguardo ad un mondo parallelo, e Vincenzo è un altro Eduardo cresciuto nel mondo dell'arrangiarsi, della fame, dei santi di cui si abusa la protezione e di un paradiso che non esiste se non nella testa di chi lo ha sognato.
Luca De Filippo è un protagonista perfetto cosi come Angelica Ippolito mentre Eduardo rimane sullo sfondo, si concede un doppio ruolo importante, certo, ma il meno invasivo di tutto il suo teatro. Forse non ha mai voluto interpretare De Pretore perché ne sarebbe stato troppo preso dalla parte, azzardo. Ne sono fermamente convinto. E sono convinto che questo sia un capolavoro assoluto che, purtroppo, pochi ricordano quando parlano dei cicli televisivi eduardiani. Ma se qualcuno di buon cuore spende due ore e mezza della propria vita a ricevere un insegnamento di vita tanto di cuore non sarà certo tempo sprecato...




...N'ata voce dicette: "Con prudenza"
"Tu ti chiami Vincenzo?" "Sissignore"
"E di cognome?" "Faccio De Pretore"
"Tuo padre?" "Ve l'ho detto poco fa"

N'ata voce dicette: "Su coraggio
cercate di rispondere al signore".
"Gnorsì, già mi ha concesso l'alto onore.
Sul'isso me puteva perdunà.

Ce ll'aggio ditto, ch'ero mariunciello
E ca pe' chesto songo muorto acciso.
Fatemi rimanere in Paradiso!
Tengo… 'a prumessa e voglio…restà ccà…"

Credenno ca parlava c' 'o Signore,
'nzerraje pe' sempe ll'uocchie De Pretore.