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WOMB regia di Benedek Fliegauf

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Spotify     7½ / 10  12/08/2017 06:38:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
---- PRESENTI SPOILER ----

Un bel film, non me l'aspettavo, si è rivelato una bella sorpresa. E' una pellicola particolare, non affatto convenzionale, anzi, io ci ho trovato dell'originalità, sia nel plot che nella regia. Poi non ci poteva essere una scelta d'attrice migliore, perché Eva Green, è perfetta in un prodotto del genere.
La storia vede protagonista Rebecca, una bambina che vive con il nonno sulle rive del mare del nord. Nella località dove vive, Rebecca conosce Thomas, un suo coetaneo. Tra i due ragazzini nasce subito del tenero ma, un giorno, Rebecca deve partire per il Giappone e starà via per tanti anni. Anni dopo, la ragazza torna nel suo paese e va subito alla ricerca di Thomas, il quale, vive ancora li. I due così si rincontrano e dopo pochissimo tempo, si innamorano l'una dell'altro. Un giorno, i due ragazzi escono in macchina e, durante una sosta, un'altra macchina travolge Thomas uccidendolo sul colpo. Rebecca è disperata, ma, trova una soluzione: può farsi impiantare nel suo utero un clone del fidanzato, così da ridare la vita a lui e la felicità a se stessa. Ma le conseguenze, saranno inaspettate.
La trama è certamente originale, o per lo meno, tratta la genetica in maniera meno tradizionale di come essa viene trattata solitamente in altre pellicole. Il regista poi, ci trasporta dentro questo racconto tenebroso e affascinante, a suon di inquadrature davvero poetiche. Il director ci fa respirare l'aria del mare del nord, la freddezza del posto dove è ambientato il film. Ma ciò non è un'azione fine a se stessa, no, perchè attraverso queste riprese, Fliegauf ci vuole introdurre nel clima gelido della trama. Il director vuole farci capire di che pasta è fatto "Womb". E ci riesce bene, anche se, forse, c'è qualche inquadratura di troppo sul paesaggio.
Grande la caratterizzazione dei personaggi, perfettamente integrati nell'aura rigida della pellicola. Rebecca è una protagonista particolare, conquista lo spettatore attraverso il suo tetro fascino. Ben delineata la personalità della donna.
Anche Thomas è un soggetto che ha il suo perché, Fliegauf ha il merito di renderlo un personaggio credibile, e non era cosa facile.
Il ritmo non è incalzante, però è sostenuto, infatti, la narrazione procede tra le bellissime inquadrature dell'ambientazione circostante e la storia tra Rebecca e Thomas che diventa sempre più morbosa e "romanticamente malata".
Non mancano sequenze che suscitano emozioni, strane, allo spettatore. Queste scene difatti, sono piuttosto turbanti, provocano quasi un senso di imbarazzo nell'astante.



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Fliegauf si dimostra abilissimo nell'amalgamare diversi generi tra di loro. Difatti, il film è una miscela tra dramma, fantascienza, romantico e una spolverata di thriller. Quello che ne viene fuori, non è facilmente catalogabile, anche per via della storia stessa.
Fliegauf ci pone il tema della clonazione, anche se, non dal punto di vista prettamente scientifico, ma bensì, mischiato con l'amore. Il regista ci vuole mostrare come a volte l'affetto può assumere dei contorni distorti. Infatti, quello che Rebecca prova per Thomas, è più una possessione che amore, tant'è che decide di farselo clonare nel proprio utero per poi riaverlo tutto per se, non badando alle conseguenze. Da qui ne deriva una conseguente critica alla clonazione , e cioè che l'individuo, anche se è di nuovo in vita, non tornerà mai quello di prima.
La scenografia, come ho fatto intendere prima, è splendida, perfetta per una storia del genere. Desolata, glaciale, uggiosa, il regista valorizza la location fin nei dettagli, al fine di renderla una vera e propria protagonista. D'altronde, se "Womb" fosse stato ambientato in una città grande e trafficata, tutto il suo fascino morboso, sarebbe andato perso.
La fotografia si sposa alla grande con la scenografia. E' bianchissima, ghiacciata e distaccata, da al film un ulteriore tocco di tristezza.
Il cast è di alto livello. Bravissima come al solito Eva Green, sicuramente l'attrice più adatta a questo tipo di film ombrosi. La sua è una recitazione molto malinconica, depressa a tratti. In altri frangenti, l'attrice francese è persino inquietante, ad esempio quando accarezza il suo grembo. Gli sguardi sono quelli che tutti conosciamo, tetri e allo stesso ammalianti mentre l'esplicazione dei dialoghi è convincente.
Non mi è dispiaciuto, a differenza di molti commenti sottostanti, la performance di Matt Smith. Secondo me, rende bene l'idea del ruolo che interpreta, specie dopo che diventa "il figlio" di Rebecca.
La sceneggiatura ha una base molto originale, una base dove si posa un solido, quanto semplice, impianto narrativo. Le idee non mancano affatto ed è sorprendente notare come più lo screenplay procede, più Fliegauf e Szasz si inventano delle situazioni bizzarre ma funzionali. I dialoghi sono piuttosto convenzionali, però sono freddissimi e alla fine risultano adatti alla situazione. Discreta la stesura dei personaggi.
Tra le poche cose che non ho apprezzato, quella più rilevante è senza dubbio il finale. E' troppo sbrigativo, superficiale, lascia lo spettatore interdetto. Peccato perché da una pellicola del genere si poteva trarre una conclusione decisamente più studiata.

Conclusione: non si tratta di un film come tanti, e forse, può piacere solo ad un determinato tipo di persone. Io l'ho trovato evocativo, visionario, inquietante. E poi c'è Eva Green che sa interpretare queste pellicole meglio di chiunque altra. Bello, una visione la vale.