Noodles_ 7 / 10 19/09/2012 13:29:47 » Rispondi In piena seconda guerra mondiale un manipolo di dissidenti riesce a fuggire da un gulag in Siberia e il film racconta il lungo viaggio - a piedi - verso la libertà, attraverso Russia, Mongolia, Cina, Nepal, India. Il fatto che si tratti di una storia vera da un lato aggiunge interesse, per vedere fin dove può spingersi l'istinto di sopravvivenza umano, dall'altro toglie pathos, in quanto si sa più o meno già come le cose andranno a finire. Anche il taglio molto convenzionale non aiuta, così come i dialoghi, un po' artificiali e a tratti "spacconi" (peraltro non aiutati da un doppiaggio inspiegabilmente scadente), e la durata, che insieme ad una certa ripetività di situazioni e ad alcuni passaggi eccessivamente lenti, verso la fine mi ha fatto dare un paio di occhiatine all'orologio... Ottimo ovviamente il cast, così come l'incredibile fotografia, anch'essa di tipo tradizionale, ma veramente da togliere il fiato, e il respiro epico che si avverte per tutto il film. Alcune bellissime sequenze (il breve incontro con i Mongoli a cavallo, la morte della ragazza), completano il quadro. Il solito grande mestiere di Weir (anche se meno profondo e raffinato del solito), ma a mio parere siamo emotivamente molto lontani dai suoi capolavori del passato.