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HO UCCISO MIA MADRE regia di Xavier Dolan

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  02/12/2016 11:06:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Si ama la propria madre quasi senza saperlo, e non ci si accorge della profondità delle radici di questo amore se non al momento della separazione definitiva".

Si apre con le significative parole di Guy de Maupassant l'opera di debutto dell'allora giovanissimo Xavier Dolan (appena ventenne), il quale, partendo da esperienze di natura autobiografica, narra del conflittuale rapporto con la madre. Lo fa calandosi lui stesso nella parte del protagonista, con un padre di fatto assente getta sulla genitrice le proprie frustrazioni.
La cifra stilistica dell'autore canadese, seppur ancora ovviamente non compiuta, si rivela briosa e ricca di estro, perfetta nel rendere ancora più interessante una pellicola in cui l'orientamento sessuale diventa sintomatico di un malessere dettato dal sentirsi disallineato dal mondo.
Hubert, questo il nome del protagonista, appare come un adolescente represso e rabbioso, spesso insopportabile mentre vomita il proprio livore sulla madre che, pur distratta e fin troppo accondiscendente, si nutre d'amore per quel figlio con cui però è incapace di risolvere le annose tensioni.
L'omicidio del titolo è metaforico, emblema di un rapporto d'odio e amore, come esplicitato nella toccante scena con Hubert influenzato da sostanze stupefacenti.
Dolan mostra una padronanza di mezzi stupefacente per la sua età, il percorso del suo alter ego, costellato da palesi echi truffautiani, denota una lucidità invidiabile nel dare credibile spessore all'ostico passaggio dall'adolescenza all'età adulta.
Prova maiuscola anche del cast, con parte di esso (Anne Dorval, Suzanne Clement) nuovamente scritturato per l' ottimo"Mommy", dolorosa e più matura trattazione dei temi già qui affrontati.