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I VAMPIRI regia di Riccardo Freda

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Marco Iafrate     7 / 10  18/01/2009 16:46:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La pellicola, oltre alle indiscusse qualità sia in termini di sceneggiatura che, soprattutto, di fotografia ( si riconosce palesemente la mano del futuro maestro del genere Mario Bava), ha il merito di essere ricordata come la prima opera horror partorita dalla produzione italiana se si esclude il semi-sconosciuto (forse anche senza semi) "Il mostro di Frankenstein" di Eugenio Testa del 1920 uscito e subito scomparso dalla circolazione.
Gli anni '20, '30 e '40 furono forieri di straordinari capolavori sfornati in Europa dal cinema tedesco con le sue perle espressioniste e dagli Stati Uniti che con il "Frankenstein" di While diedero vita alla seconda stagione del cinema horror, cementata in seguito da opere come "La mummia" di Freund, "Dracula" di Browning e soprattutto da "Freaks" dello stesso autore, autentico capolavoro dove il realismo esasperato e l'audacia narrativa segnarono un importante momento di svolta.
La svolta in Italia arrivò soltanto nel 1957 ( fino a quel momento nel mondo, il nostro paese era conosciuto soltanto per la commedia ed il neorealismo) per merito di questa pellicola del regista Riccardo Freda, la quale aprì le porte ad un interessante periodo di orrore nostrano che proseguì negli anni '60 con Mario Bava e negli anni '70 con il primo Dario Argento (quello di Profondo rosso e di Suspiria per intenderci, prima che l'oblio si impossessasse del presunto maestro del brivido).
Horror apprezzabile che mescola elementi tipici del giallo, del thriller e del poliziesco riuscendo con questo a tenere alta la suspense; il carattere non proprio accomodante di Freda costrinse i produttori a sostituirlo per il finale con Mario Bava (qui direttore della fotografia) fornendogli così la possibilità di dimostrare le sue capacità di regista, il resto lo conosciamo.