caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

SURVIVING LIFE (THEORY AND PRACTICE) regia di Jan Svankmajer

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
elio91     9 / 10  10/11/2011 23:32:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Se ti fa male la testa, ti do delle pillole.
Se ti ustioni con la stufa, ti do una pomata.
Se ti spuntano le emorroidi, ti do una supposta,
ma i sogni..."

Il poeta francese Gerard de Nerval diceva che i sogni sono una seconda vita. Anni prima dell'avvento di Freud forse neanche immaginava la veridicità di queste parole.

Evzen è un uomo che ha superato la mezz'età, vive con una moglie non bella e con cui fa raramente l'amore e il loro unico stimolo nella vita di coppia diventa vincere la lotteria. Evzen ha un lavoro in un ufficio dove viene costantemente tenuto al guinzaglio da un padrone-cane (mai affermazione è più veritiera, chi vede il film capirà), non è soddisfatto. Ma Evzen sogna: e nel suo sogno incontra una donna vestita di rosso sangue, rosso peccato, e si innamora di lei. Fino a diventare totalmente succube a causa di queste fantasie oniriche; i sogni si verificano con una frequenza quasi violenta, e Evzen scopre a poco a poco di avere molte cose in comune con la donna, arrivando ad inscenare una seconda vita, trovando la propria realtà e ragione di vivere proprio nel sogno.
Per razionalizzare le proprie esperienze oniriche si consulta con una psicanalista. E poi...
poi direi troppo. Perché già la sinossi sul sito è per me eccessiva e rovina troppo del film stesso, figurarsi poi andare nel dettaglio.
La verità è una: Svankmajer ha diretto una commedia psicanalitica, e mai definizione fu più azzeccata.
Lo stile non ha la stessa blasfemia di Sileni, sarà forse perché quest'ultimo fu diretto negli anni della morte della moglie Eva Svankmajerovà (uno dei tanti nomi assunti dalla protagonista, non sarà certo un caso). Ma ancora una volta quest'opera contiene una carica sovversiva di rara grandezza, capace di dileggiare e immalinconire allo stesso tempo. Per intenderci in parole povere, la tecnica usata in larga parte (a parte i frequenti primi piani, spesso ossessivi sulle bocche e il consumo di cibo) è la stessa usata da Gilliam nei Monty Python, si risparmia e si fa economia facendo Arte (lo dice proprio Jan nel prologo, da vero Artista quale è).

Svankmajer fa prendere a pugni le cornici di Freud e Jung (pure lì in perenne contrasto, a fare linguacce, a strabuzzare gli occhi), ci fa entrare in un mondo grottesco con galline dal corpo di donna e uomini dalle fantasie morbose in cui il sogno entra con prepotenza nella realtà, eppure noi spettatori riusciamo a distinguere bene i due livelli (sogno e realtà) grazie alla sceneggiatura che "spiega" il meccanismo sonno, come da manuale della psicoanalisi. Freud sarebbe fiero di questo lavoro, pochi dubbi. Da surrealista, l'occasione di parlare esplicitamente di psicanalisi non poteva lasciarsela sfuggire dopo anni di Poe, Sade, Goethe, Carroll e chi più ne ha più ne metta.

Quando Svankmajer dipana il bandolo della matassa in un finale che più esplicativo non si può, balzano agli occhi piccoli cenni che avevamo confuso con altri, i polsi tagliati dei protagonisti cambiano di significato e diventano un legame ancora più profondo e la forza di una mente che attiva i suoi meccanismi di protezione si rivela in tutta la sua potenza.

Questo ultimo Svankmajer (il prossimo sarà nel 2015) parla di come sopravvivere alla vita, ben più crudele e spietata del sogno: bisogna imparare a nuotare in un enorme vasca in un lago rosso sangue, rossa come la donna del peccato amante e madre, e continuare a nuotare al ritmo di una guida. Solo così si sopravvive, o almeno ci si può provare. Non è facile, non lo è mai stato, ma bisogna pur fare pratica...



Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Compagneros  11/11/2011 20:53:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo commento.
Bene sapere che è già previsto un nuovo lavoro per il 2015.
elio91  11/11/2011 20:59:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie!
Assolutamente sì, Svankmajer non si ferma e questo può solo essere un bene. Sperando che prima o poi qualcuno ci faccia il regalo di far uscire in dvd qua in Italia qualche suo lungometraggio.