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CANI ARRABBIATI regia di Mario Bava

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  03/10/2007 19:31:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se escludiamo i primi quindici minuti un po' troppo sopra le righe (e recitazione parodistica compresa) "CANI ARRABBIATI" (o per meglio dire L'UOMO E IL BAMBINO) ha l'indubbio merito di essere imprevedibile nella sua apparente prevedibilita'.

Quello che realmente appassiona del film e' la capacita' con cui Bava mette in crisi le nostre licenze morali, costringendoci talvolta a parteggiare per i "carnefici" (si veda il personaggio petulante di Marina Fabbri presto tolta di mezzo con l'approvazione di molti spettatori).
Ma c'e' di piu': il dualismo feroce tra il "dottore" e i suoi irrazionali complici, o lo sguardo "complice" (?!) tra ostaggio e rapitore come se entrambi sapessero che e' lecito sbarazzarsi di "qualcuno" che porta solo guai seri.

A Bava doveva piacere un sacco mischiare le carte e in effetti l'effetto di Cani Arrabbiati e' tutto nella reazione dello spettatore: che per quanto partecipi attivamente alla vicenda, non si occupa minimamente del bambino malato, che resta la chiave di svolta del film.
Sembra uscito (e credo sia un'ironico sfotto') da un film tipo "L'ultima neve di primavera" ed e' proprio l'elemento piu' incoerente e lontano del film.
Entra per puro caso nel grand guignol di Bava ma non dispensa alcuna lacrima: l'indizio (e la genialita' del film pure) e' tutto li'