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CANI ARRABBIATI regia di Mario Bava

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Terry Malloy     9½ / 10  27/01/2007 14:54:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
geniale film di Bava.
Road-Movie complessissimo da girare e da sostenere poichè facilmente sfociabile nel già visto e nel noioso.
mezzo voto in meno perchè il maestro in piccola parte ci è caduto: in alcune scene infatti il ritmo è rallentato e si assiste ad un pizzico di ripetività (le frequenti frecciate al bimbo o alla donna per esempio), ma ciò è giustificato poichè come già detto è difficilissimo girare perfettamente un genere così.
la storia è ispiratrice come si sa de "Le Iene" di Tarantino e a sua volta si ispira a Kubrick per il suo "Rapina a mano armata" (le maschere all'inizio) ed è semplice anche perchè il vero scopo di Bava è analizzare l'animo umano nel suo lato animalesco e malvagio.
all'apparenza Dottore, 32 e Bisturi sono banditi qualunque che presentano tutti i caratteri dei normali rapinatori, tuttavia nello svolgersi si notano pieghe di personalità recondite e interessanti: il capo dei tre sembra quello più assennato e buono, infatti messo alle strette dal terribile comportamento di 32 è costretto ad una mossa azzardata che gli costerà l'odio di Bisturi e una debolezza che a Riccardo non sfuggirà. 32 è il tipico balordo che è pericolosissimo perchè stupido e violento e queste persone sono impossibili da prevedere, egli è l'elemento su cui culmina l'attenzione di Bava per l'istintualità e la brutalità umana, mentre nel Dottore è per il rapporto che ha l'uomo sul potere e sulla responsabilità che ne deriva: per tutto il film sembra che questo sia riuscito a dominare questo ruolo nonostante le difficoltà, tuttavia nelle ultime sequenze ciò è smentito poichè si vede come abbia sbagliato a lasciare così spazio ad uno sconosciuto seppur in condizione di sottomissione e alla fine pare che la colpa di tutto sia proprio per colui che si è comportato meglio durante il film. Bisturi è ambiguo: sembra essere spregiudicato, freddo e meschino, ma dopo l'evento di 32 si comporta inaspettatamente lasciando scoperta una debolezza incredibile e un'umanità sorprendente che dà il via ad una serie di riflessioni sulla posizione strana di Bava verso la storia e la rapina, infatti col finale beffardo, cinico e ironico che avverrà si nota come in verità non sia da nessuna parte nè per il mondo "malavitoso", nè per quello "giusto" poichè da una realtà in cui prevalgono il menefreghismo, l'incomunicabilità, l'odio e la paura verso l'altro Mario preferisce distaccarsi per assumere uno sguardo neutrale, sprezzante e rassegnato.
nell'insieme di bestialità il regista propende nel biasimo tuttavia verso Riccardo in cui lo spettatore infonde le sue speranze e che guarda con occhio affettuoso per ovvi motivi, ma che invece svolge un ruolo da attore vero e proprio in una sorta di capovolgimento dei ruoli in cui i soli a non cambiare sono il bambino e la donna uniche vere vittime della malvagità umana.
ottima colonna sonora, ottime interpretazioni, ottima regia per un gioiello italiano nonchè uno dei migliori film thriller della storia.