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CANI ARRABBIATI regia di Mario Bava

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Spotify     8 / 10  13/07/2019 20:11:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cult assoluto del nostro cinema. Mario Bava firma uno dei thriller che negli anni a venire, influenzerà moltissimo il genere pulp. Ad esempio, Tarantino si è chiaramente ispirato all'opera di Bava per il suo "Reservoir Dogs".
"Cani Arrabiati" è cattivo, grezzo, sporco, violento e volgare. Non è di certo un film per tutti, ma va apprezzato proprio così com'è.
La trama inizia a svolgersi a Roma e vede quattro criminali compiere una rapina ad un portavalori. Il colpo va a segno e i delinquenti fuggono in automobile. La polizia però è allertata in tempo e, dopo aver ucciso uno dei rapinatori, inizia un lungo inseguimento con i tre banditi rimanenti. Successivamente, i malfattori prendono in ostaggio due donne in un parcheggio sotterraneo. Una viene uccisa, l'altra portata via in auto dai delinquenti. Per far perdere alle autorità le loro tracce, i tre criminali, insieme alla ragazza rapita, abbandonano la loro macchina e salgono su un'altra automobile ferma ad un semaforo. Dentro ci sono un uomo, Riccardo, e un bambino che dorme. Il bimbo è il figlio di Riccardo, e a detta dell'uomo, sta molto male e deve essere portato urgentemente in ospedale. I mascalzoni però se ne fregano e vogliono essere portati al sicuro. Inizia così un lungo viaggio on the road, il quale porterà molte sorprese.
Bava, abbandonando l'horror e annesse tematiche, con questo lavoro tratta temi più realistici e più significativi. "Cani Arrabbiati" fornisce una visione misantropica della società di quei tempi, dove la violenza è ormai all'ordine del giorno. Anche l'educazione è un concetto che non esiste più ed è sostituita da strafottenza, estrema volgarità ed egoismo. Diciamo che, il titolo del film non si riferisce solo ai protagonisti, ma a tutti gli uomini, i quali, col passare del tempo, si sono involuti e sono diventati, appunto, dei "cani arrabbiati".
Altro tema che il regista affronta, è quello di più persone chiuse in un posto piccolo. Come si sa, è una tematica affrontata più volte nel cinema ed in questo caso, Bava ne da la sua visione. Osserviamo come all'interno della macchina, i rapporti tra i protagonisti comincino a cambiare, specie quelli tra i banditi. Gli schiamazzi di "Bisturi" e "32", la tensione, il caldo torrido, il bambino, il pensare tutti insieme ed, appunto, il ristrettissimo spazio a disposizione, sono tutti elementi che influiscono sulla psiche dei protagonisti, i quali man mano, iniziano a perdere la lucidità.


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La caratterizzazione dei personaggi è ottima. I tre banditi protagonisti sono contraddistinti benissimo tra di loro: "il dottore" è il cervello del gruppo, "bisturi" è il violento mentre "32" è quello volgare e, se vogliamo, anche il più stupido. Tre personalità diverse amalgamate perfettamente da Bava in un unica mente criminale. Tuttavia, durante il viaggio in macchina, vengono fuori le diversità dei tre caratteri e la situazione prenderà una piega completamente diversa. Interessante la figura del dottore, il quale, a sprazzi, mostra qualche barlume di umanità. E' un soggetto particolare, sembra avere la situazione sempre sotto controllo. Non perde mai la calma. Ed è un tipo imprevedibile, non si sa mai cosa ci si può aspettare da uno come lui. Se nei confronti di "Bisturi" e "32" l'astante prova solo disprezzo, il dottore invece, seppur molto cattivo, è intrigante.
Il ritmo è ben equilibrato. Non si tratta di una pellicola molto dinamica, ma la storia tiene in tensione dall'inizio alla fine. In ogni momento sembra che debba accadere qualcosa. Oltretutto, ciò è accentuato dalla location, ovvero la macchina. Quasi tutto il film è girato dentro l'automobile, ed è proprio questo l'elemento che provoca più suspense. Uno spazio piccolo, angusto, con al suo interno 3 rapinatori, un ostaggio ed un padre che sta portando suo figlio all'ospedale. Insomma, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere in qualsiasi momento.
Alcune situazioni sono talmente singolari che rasentano il grottesco. E' una cosa assolutamente voluta, avendo d'altronde due soggetti volgarissimi come "Bisturi" e "32". Poi penso che Bava abbia inserito sequenze del genere al fine di smorzare la tanta suspense che si accumula nel corso della pellicola.
La scena della fuga dell'ostaggio è girata benissimo, anche se, un tantino troppo lunga.
Non manca il sangue, ci sono un paio di sequenze belle toste. Ma la cosa che spesso risalta, è l'aria sporca che si respira. Come ho scritto all'inizio, "Cani Arrabbiati" è un film sporco, ed è proprio così. Più passa il tempo e più i protagonisti sono immersi in un bagno di sudore a causa del caldo insopportabile. E il regista tende spesso ad inquadrare gli abiti bagnati dei personaggi. Non nego, che ciò mette un po' a disagio lo spettatore, il quale è come se si sentisse sporco anche lui.
Il finale è uno dei più bastardi che abbia mai visto. Si resta totalmente di stucco. Tutto si pensa tranne quello che stiamo vedendo nelle battute finali. E qui Bava ci insegna che l'apparenza spesso inganna.
Gran colonna sonora, elemento fondamentale. Il soundtrack è spedito, veloce e azzeccato per il tipo di film. E' usato sempre nei momenti giusti ed enfatizza tante scene.
Gli attori se la cavano bene. George Eastman è bravissimo: nel film è un omone ignorante, becero e stupido. Spesso è irritante, ma in senso positivo, in quanto l'astante vorrebbe tappargli la bocca tantissime volte. Espressioni riuscitissime e interpretazione dei dialoghi incredibilmente grezza e realistica.
Ottima prova di Don Backy: del suo personaggio, sorprendono i suoi improvvisi scatti di violenza. Don Backy dimostra anche versatilità, in quanto alterna momenti d'ira e momenti molto più emotivi. Anche lui è autore di magnifiche espressioni.
Maurice Poli invece un po' sottotono. E' vero che è ben diretto da Bava, ma lui proprio, l'ho trovato monoespressivo. Peccato.
La sceneggiatura praticamente si sorregge tutta sugli scurrili dialoghi. Secondo me è uno dei punti di forza dell'opera. Per quanto siano volgari, i dialoghi trainano, letteralmente, tutta la storia. E' grazie ad essi se non ci si annoia. Tengono sempre attenti e spesso strappano la risata.
Il colpo di scena finale è geniale.


Conclusione: un vero gioiello e l'abbiamo realizzato noi italiani. Un film che ha fatto scuola, che è stato citato da tanti registi come fonte d'ispirazione. Un ritratto crudo e pessimista della società degli anni 70. Assolutamente da vedere!