NotoriousNiki 7 / 10 05/04/2013 16:10:17 » Rispondi Un Bava inedito si cala in profondità ad analizzare la psiche deviata del serial killer un viaggio nella sua follia, e lo fa spostando la vicenda dal punto di vista del killer, un 'howcatchem' soggettivizzandolo a tal punto da rasentare l'immedesimazione. Racconta la storia di John Harrington (un Forsyth bello e dannato quanto il Dorian Gray dello stesso anno di Helmut Berger), che gestisce una casa di moda specializzata in abiti da sposa. E 'infelicemente sposato con sua moglie Mildred prepotente ed è anche folle (e qui Laura Betti non fatica a monopolizzare la scena). Mario Bava ha creato una produzione impeccabile attraverso il linguaggio del colore, i ritmi lenti necessari per far trasparire la sequela di pensieri del killer, fa uso della suspance hitchcockiana e al contempo lo omaggia con la sequenza dell'assassino della moglie. Trova anche il tempo di autocitarsi, in televisione l'assassino guarda "I Tre Volti della Paura" di 3 anni prima.