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TYRANNOSAUR regia di Paddy Considine

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  25/07/2012 13:18:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Emarginato e soggetto ad attacchi d'ira Joseph tira a campare senza più scopo,sfogando la sua rabbia contro chiunque osi contrariarlo anche involontariamente.Nell'increscioso incipit mostra di cosa sia capace,mosso da irrefrenabili pulsioni autodistruttive ha fatto terra bruciata logorando anche le vite di chi fedelmente gli è stato sempre accanto.Dopo l'ennesima bravata trova riparo all'interno di un negozio dove incontra Hannah,donna timorata di Dio che si prende subito a cuore la sua sorte.
Un incontro nell'incomprensione pregiudizievole tra mondi differenti,tuttavia accomunati da uno strazio intimo che dopo l'iniziale diffidenza virerà verso la nascita di un'imprevista solidarietà.Un aiuto vicendevole tra perdenti quindi, nell'idea del novello regista Paddy Considine indicante uno sfascio globale per nulla circoscritto ai ceti meno abbienti.
Joseph fa parte della feccia working class e non fa nulla per nascondere il suo poco invidiabile status,la borghese Hannah sembra condurre una vita irreprensibile ed invece è tormentata da un marito violento e mentalmente instabile.Modi diversi di sopravvivere cercando di restare a galla in attesa di una svolta resi in maniera appassionata dalla regia asciutta,sensibile nel mettere a nudo la piccolezza di vite spente in cui non servono certo una repressa e retroattiva bontà d'animo e una fede,in verità non poi così incrollabile,a rendere meno amaro lo scorrere dei giorni.
"Tyrannosaur" (nomignolo della defunta moglie del protagonista e per lui figurazione di un senso di colpa insostenibile) è film che accumula situazioni sino all'inevitabile punto di non ritorno.Il feroce predatore del titolo simboleggia un rimorso ma rende l'idea di come scorra la pellicola, sempre con maggiore intensità per poi prodursi in un attacco preciso e letale.In questo caso paragonabile ad una liberazione desiderata,approssimata e raggiunta dai protagonisti con un colpo netto che ingurgiterà i vecchi timori per dar corso a una nuova esistenza,forse dal percorso comune.
Trattasi di opera prima dalla regia già sorprendentemente matura e in grado di catturare e valorizzare la bravura di Peter Mullan e Olivia Colman.