_Hollow_ 10 / 10 26/03/2012 03:43:23 » Rispondi Nononono quì c'è qualcosa che non va nei voti negativi e nella loro motivazione. Anche il mio potrebbe essere esagerato, non lo metto in dubbio, ma al momento, a caldo, mi risulta difficile dargli un voto diverso. Avevo visto Io, Robot senza sapere fosse di Proyas. Non brutto come film, ma nulla di che. Dopo aver visto per la 300° volta "Il Corvo" con sguardo forzatamente più critico dopo esser passato qualche settimana fa dal dover analizzare "La città nuda" di Dassin inquadratura per inquadratura (e ancora non mi sono riabituato al rigodermi un film senza analizzarlo e scomporlo) ho pensato: "Wow, che ****ta di regia, non c'avevo mai fatto caso ... chi diamine è il tizio che l'ha girato?" Ed eccoci qua a Proyas e l'altro suo lavoro, "The Dark City". Ragazzi, è una ****ta perfetta al dettaglio piena di rimandi e citazioni. Il sogno di chiunque coi miei gusti: un noir a tinte dark. Che si può volere di più da un film? (dalla vita mi sembra esagerato, lo ammetto). Più sotto da qualche parte ho letto di "già visto" ecc. ... su non diciamo fesserie, non s'è mai visto Dark City. I temi sono un miscellanea di diversi libri ... e allora? Cosa, anche solo inconsciamente, non lo è? "Lo stile è un noir anni '50 con spruzzi dark..." ... e questo dovrebbe essere un male? Anzi, la trovo la genialata definitiva. Mi chiedo perché non sia stato fatto prima. "La città sembra questo e quest'altro con pezzi da Metropolis di Murnau" ... beh, ottima scelta. A tal proposito, è stato fatto giustamente notare come i "cattivi" assomiglino tremendamente a Nosferatu. Vero .... e non è magnifico? Aggiungerei che ricordano in parte pure un po' i cenobiti di Hellraiser. E tutto ciò è stupendo. Veramente dovrebbe essere un problema che il mondo, la scenografia, ricordi tutto questo? Blade Runner pure non era la fiera della citazione? Ma Blade Runner non è mai stato criticato perché si capisce il valore artistico. Sono stati invece criticati tutti i film del genere dopo Blade Runner, perché definiti (giustamente) "una citazione della citazione", veri e propri esempi della decadenza del cinema odierno ricaduto in quel "cinema delle attrazioni" ma nella variante "cinema delle citazioni", un cinema di seguiti e prequel. "Ma, ragazzi" (con accento alla Bersani stile Crozza), Proyas non è quì a pettinare i ricci. Come visto c'è un po' di malsana citazione in tutto questo, visto chi il film rimanda ad un sacco di altre opere. Ma quì, al contrario della maggior parte della spazzatura odierna, sta anche la sua grandezza, in misura forse superiore allo stesso Blade Runner. Vi siete mai chiesti una cosa guardandolo?
La realtà in cui vivevano era controllata dai tizi, evidentemente una razza aliena. E la vera essenza dei tizi, la loro vera forma, era quella sorta di insetto all'interno della scatola cranica. Ad un certo punto viene detto "utilizziamo i vostri morti" (almeno nell'originale inglese). Insomma quello non è il loro vero aspetto, sono solo degli "avatar" che utilizzano per interagire col "nostro" mondo, dei contenitori. Mentre le persone lì trasportate erano state rapite (dal loro mondo, evidentemente la terra) per il loro esperimento ... e se tutto ciò che caratterizza la città e lo stesso aspetto utilizzato dai cattivi fosse di proposito così perché derivato dalle memorie delle persone rapite, per immetterle in un mondo per loro familiare e confortevole? Se il miglior mondo senz'acqua (mari ecc.) e luce fosse stato individuato nelle città tipiche del noir anni '50 con aggiunta di elementi gotici e le creature superiori nei vampiri come Nosferatu (con un pizzico di angeli da Hellraiser? XD) ... e se invece tutto questo fosse un vago ricordo della stessa razza "aliena", mostrata come possibile deriva scientista dell'attuale razza umana, un nostro possibile futuro nel cammino dell'evoluzione, dove arriveremo a perdere l'umanità a favore della scienza e delle macchine dovendo cercare di ritrovarla in altri esseri, nell'equivalente delle nostre scimmie o delle popolazioni primitive?
Guardando il film non si può che notarlo, al momento ci si può identificare con entrambi, siamo un po' vittime e un po' carnefici con spirito di ricerca scientifica e antropologica. E qui mi viene in mente una citazione dal più famoso film di Proyas "Vittime ... non lo siamo tutti?"
Sta di fatto che, a parte la stupenda sceneggiatura, a parte la stupenda filosofia che la sorregge, a parte la stupenda colonna sonora, a parte l'ottima recitazione di tutti (non so cosa può essere successo in Italia col doppiaggio ma l'originale è perfetto), a parte la perfetta scenografia e a parte la stupenda fotografia, trucchi, costumi ecc. ... il motivo che mi aveva portato qui, la regia, fa la parte del leone. Ci sono inquadrature perfette al dettaglio, a livello maniacale. Avrete notato come, distruggendo con un oggetto lanciato la vetrata del box office dell'acquario, il cartello appeso all'interno ruoti per la botta da "Chiuso" a "Aperto". Questione di 2 fotogrammi, ma tant'è. Questo è cinema. Per non parlare dei vari movimenti di macchia e del montaggio. Niente di caotico come le ultime ****** che ho visto al cinema di recente per creare una sensazione d'azione o di "tocco artistico", tutto scorre liscio ma con carisma, anche nei momenti più squisitamente action. Tutto è calcolato. Mi viene in mente Ozu e il suo cronometro con secondi e fotogrammi.
Basta, ho scritto un poema ma ne valeva la pena, potrebbe non essere un 10 per chissà quale motivo che al momento mi sfugge, ma a caldo lo butto lì tra i migliori film della storia del cinema. Il giudizio non mi viene da dove hanno cercato Mr.Book e co. in tutti questi anni, ma da dove dovevano cercare.
_Hollow_ 26/03/2012 18:50:17 » Rispondi Metropolis di Lang ovviamente XD, il tizio che ho citato non s'era sbagliato, lapsus mio a causa della frase successiva :P