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I PRIMI DELLA LISTA regia di Roan Johnson

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amterme63     5½ / 10  20/11/2011 22:04:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film carino, simpatico ma che non colpisce o lascia traccia dopo la visione. E' un tipico prodotto medio della cultura di questi nostri anni, in cui si ama guardare per lo più al passato e quasi sempre in maniera comica o leggera, evitando di approfondire, indagare o conoscere. L'intenzione di questo film è intrattenere in maniera leggera, senza fare pensare troppo, cioè la caratteristica di quasi tutto il cinema che viene prodotto in questi anni. Questo film tra l'altro ha ricevuto il contributo del Ministero dei Beni Culturali e di RAI Cinema e quindi implicitamente considerato rilevante da un punto di vista culturale.
Il film, ambientato nel 1970, racconta del rocambolesco tentativo di 3 giovani pisani impegnati nei collettivi di sinistra, di espatriare in seguito alle voci di un imminente colpo di stato dell'estrema destra. Il film oscilla continuamente fra resa realistica e significativa dell'epoca e presa in giro amabilmente sarcastica del carattere dei personaggi e dei loro atti. Indirettamente si vuole criticare la paranoia di chi vede complotti dietro ogni azione politica e prendere un po' in giro chi vede la democrazia in pericolo supremo e vorrebbe espatriare (riferimento a oggi?).
Le scene iniziali sono le più efficaci del film e in qualche maniera ci introducono nell'atmosfera dell'epoca. Il seguito poi tradisce lo spunto iniziale e si limita a rappresentare la comicità delle reazioni di tre personaggi protagonisti. Alla fine il film non è né carne né pesce; non ritrae o riporta lo spirito di un'epoca, non ci fa entrare nell'animo delle persone e il divertimeno e la satira sono molto leggeri e poco efficaci. L'omaggio finale a De André è più di forma (De André come icona) che di sostanza.
Peccato perché la storia era interessante e gli ingredienti c'erano tutti per rappresentare lo spirito e le ragioni di tanti ragazzi di un'epoca cruciale. Soprattutto ne sarebbe potuto venir fuori un ottimo film di formazione, perché tale la storia si presenta: la maturazione e la presa di coscienza della propria vita di tre ragazzi. Questo aspetto però è trascurato e si è preferito dare invece spazio alla superficialità degli avvenimenti.
Il referente stilistico più vicino a questo film è Virzì; solo che il regista livornese sapeva infondere vita vissuta e sentimento profondo alle storie e ai personaggi e soprattutto li animava di comicità corrosiva e cattiva. Gli attori e la regia di "I primi della lista" non arrivano purtroppo a questo risultato.
La storia tra l'altro è realmente accaduta e commuove un po' vedere i giovani attori dare la mano e incontrarsi con gli anziani anticonvezionali che sono diventati oggi i personaggi interpretati (ricorda il finale di Schindler's List). E' forse la scena più bella del film, l'unica che tocca l'animo dello spettatore.
E' in ogni caso un film piacevole, se lo perdete comunque niente di grave.