ScemoChiLegge 8 / 10 24/02/2012 21:47:17 » Rispondi Attraverso un automa che sembra avere un'anima, Scorsese richiama la nostra attenzione verso un personaggio che non deve essere dimenticato: il secondo papà del cinema e grande illusionista George Melies. E' fontamentale capire che il vero protagonista del film è lui, insieme alle sue magiche e indispensabili opere, tutt'ora in grado di stupirci e strapparci un sorriso di fanciullesca ammirazione. Il piccolo orologiaio ha il compito di rappresentarci: nella sala, al buio, immersi in quell'atmosfera sospesa dalla realtà che il cinema ha il potere di creare, siamo tanti Hugo Cabret del XXI secolo che si lasciano incantare dai razzi, dai mostri e dai fantastici esseri creati da un vecchio giocattolaio che la nostra curiosità di bambini svelerà per quel che è stato e può ancora essere se riportato con amore e fatica davanti agli occhi del mondo, che spesso dimentica con facilità.
Scorsese, con questo godibilissimo film, ci ha presentato George Melies, lo ha strappato dalle mani dei soli cinefili e lo ha offerto a coloro ai quali il brillante illusionista aveva dedicato i suoi lavori: il rumoroso e meravigliato pubblico dei primi cinematografi.
Credo che i pezzi forti del film siano i flashback: quello di Hugo ricordando il padre e quelli del vecchio Melies che rivive il suo passato da regista. Veramente meravigliosi.