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HUGO CABRET regia di Martin Scorsese

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elio91     8 / 10  10/02/2012 01:32:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Solitamente non mi piace pronunciarmi su utenti che esprimono un giudizio precedenti al mio ma questa volta devo ammetterlo (e mi perdonerà chi si sente chiamato in causa): alcuni commenti dei 33 fino ad ora inseriti sono indecenti.
Specie le bocciature irrimediabili e motivate con fiumi di parole oscene.
Ok, sfogo concluso. Era per dimostrare tutta la mia superiorità nei vostri confronti.
(Sono ironico, meglio specificarlo di questi tempi)


Bando alle ciance, veniamo al dunque.
Hugo Cabret è il miglior film in 3d che abbia mai visto fino ad oggi. Specifico: IN 3D. E questo poi darà adito a questioni che sento di dover approfondire successivamente.
Il film in sé è la storiella abbastanza telefonata ma sempre deliziosa di un orfanello dickensiano che nell'affascinante stazione di Parigi avrà a che fare con un'avventura molto particolare.
L'incipit è da togliere il fiato ma quando la trama comincia veramente a prenderti è nel momento in cui realizzi che Hugo Cabret è un attestato d'amore verso gli albori del cinema e di uno dei suoi maestri dimenticati, George Méliès.
Scorsese realizza quindi un film che sembra una fiaba attuale sulla mitica ossessione che lo ha animato per tutta una vita; da cinefilo qual'è, infarcisce il film di strizzate d'occhio e citazioni a tante pellicole antiche, non disdegnando trucchi di "quel" passato unendo quello odierno del 3d. E se le interpretazioni dei giovanissimi protagonisti troppe volte scadono nel macchinoso ci pensa lo stesso Scorsese e un Ben Kingsley signorile come suo solito a risollevare lo spirito di una pellicola che parla di una grande magia, forse perdendosi suo malgrado spesso nel "meccanismo" che la rende tale (spesso, non sempre).

Perché Scorsese vuole gettare luci su un cinema dimenticato e artisti dimenticati, Scorsese è Hugo Cabret (ammettiamolo dunque): un orfano che ha trovato nel cinema il meccanismo finale della sua vita. E questo può scacciarti, urlarti contro, deluderti, ferirti ma alla fine ogni sforzo viene premiato. O almeno, questo è quello che accade solo nei film...

Ora il vero dubbio che mi rimane è uno, ovvero Hugo Cabret funziona anche senza il 3d? Perché l'incipit è una meraviglia con questa tecnica, successivamente i dettagli sembra quasi di poterli afferrare con mano, addirittura in alcune scene ti pare di soffiare nuvolette di condensa con i protagonisti per il freddo. Ma in una visione "normale" questo dubito potrebbe accadere.
è tutto un trucco di Scorsese, un omaggio del nuovo verso il vecchio che è riuscito sotto (quasi) tutti i punti di vista. Un trucco che però senza 3d dubito possa reggere, e allora le etichette di "film svuotato d'emozioni" possono essere comprensibili.

Poi ci sta che 11 nomination agli Oscar possano sembrare troppe (dato che siamo in tema, non ritengo siano una buona pietra di paragone in questi anni), sono il primo ad ammettere che è esagerato. Probabilmente vogliono restituire allo zio Martin ciò che gli hanno tolto con i tanti capolavori del passato.
E inoltre aggiungo che preferisco Shutter Island a Hugo Cabret.

Ma mi piace pensare che questo sia un testamento spirituale (ma speriamo non l'ultimo, dìo non voglia) di questo grandissimo regista, un attestato d'amore sconfinato che in quest'anno prolifico sotto l'aspetto di amarcord sul cinema degli albori (The Artist docet) non dovrebbe passare inosservato o peggio essere snobbato come intellettualoide perché tale non è. C'è cuore dietro tutto il meccanismo, dentro l'automa che prende vita. Se qualcuno non è riuscito a vederlo, quello è il vero automa.