caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

50 E 50 regia di Jonathan Levine

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
pier91     6 / 10  18/04/2012 21:55:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Forse sono troppo severa con un film in fin dei conti integro, attento se non altro ad evitare cadute patetiche. Soltanto che la malattia fa schifo, non c'è banalità più vera. E allora o si mette il dito nella piaga, imponendo una visione cruda del dolore, o si sceglie uno sguardo puramente ironico, reclamando il sorriso proprio quando la disillusione rischia di atrofizzare le emozioni. Il connubio delle due sensibilità è difficile, pretenzioso, raramente efficace. "50 e 50" ha dei momenti sicuramente riusciti. La fragilità di un personaggio come Adam, interpretato da un attore che adoro, non mi ha lasciata indifferente. Ciò nonostante su di me vince l'idea, magari rigida lo ammetto, ma consolidata da esperienza indiretta, che l'impatto di una malattia grave sulla persona colpita e su chi le sta accanto necessiti un raccontare risoluto, senza sfumature. Approvo senza riserve (spoiler) la scelta di un finale lieto. La guarigione è una chiusa tutt'altro che scontata, mi spiace però che Levine non ne abbia intuito, e quindi restituito, i risvolti più sottili. E' una delle ragioni per cui il film, pur gradevole, non riesce ad essere minimamente liberatorio.