caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IL PAESE DELLE SPOSE INFELICI regia di Pippo Mezzapesa

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  17/12/2014 12:54:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nell'esordio di Pippo Mezzapesa ciò che salta immediatamente all'occhio è la capacità del regista di saper stare dietro la mdp. L'immagine però non è tutto, il virtuosismo appaga fino ad un certo punto e se il contenuto latita è poi ostico reputare un film soddisfacente.
E' ciò che accade ne "Il paese delle spose infelici", tratto dall'omonimo romanzo di Mario Desiati, traslato in immagini che sanno tanto di esercizio di stile, una corsa eccessivamente stratificata nel percorso di crescita di cui protagonista è un gruppo di adolescenti, con l'obiettivo puntato in particolare su due di loro, il problematico Zazà e l'introverso Veleno.
Gli argomenti affrontati appaiono eccessivamente disorganici sotto il sole di una Puglia dal sapore passato: lo sport come unico mezzo di riscatto o evasione e le prime pulsioni amorose (per una donna più grande salita agli onori della cronaca per aver tentato un eclatante suicidio), sono le linee guida, dalle quali si ramificano con piglio nostalgico/avventuroso altre sottotrame inerenti il sociale: criminalità, ambiente, povertà e malattia.
Un film esuberante dal punto di vista dei contenuti sminuito da fastidiose semplificazioni e approfondimenti di facciata dei personaggi e dei fatti. Tuttavia c'è del buono e la narrazione mostra un incedere deciso seppur frammentario; questa nebulosità poi giova al personaggio di Annalisa, idealizzata tra il sacro e il sacrilego dai ragazzi, adatta a sostituire il volto della Mad.onna e al tempo stesso associata ad atti di zoofilia. Un personaggio controverso disvelato solo solo in parte e interpretato con intensità dalla bella Aylin Prandi. Film interessante tradito dall'opulenza tematica.