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MARILYN regia di Simon Curtis

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Mik_94     8 / 10  04/06/2012 19:30:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
My week with Marilyn, basato sui diari di Colin Clark, è una storia di crescita e sentimenti. E' una fiaba dolce-amara che mescola brillantemente biografia e tenero romanticismo alla Moulin Rouge. Semplice, eppure tanto emozionante, ricorda i sospiri del primo amore. Gli stessi sospiri esalati dallo spettatore che, per un'ora e mezza, ha l'impressione di vederla muoversi di nuovo sullo schermo, in specchi di luci e colori e in un' "imitazione" tanto magistrale da rasentare l'umana perfezione. Inutile spendere parole sui veterani Kenneth Branagh e Judy Dench.
Ci vorrebbe un'ode, invece, per descrivere lo splendore di Michelle Williams. Lei – già eccellente in Blue Valentine e Senza apparente motivo – scompare semplicemente in Marilyn. Non tanto la certamente notevole somiglianza, ma le sue espressioni, le piccole "o" che forma con le labbra, la sua mimica, il suo essere civetta e fragile la portano alla soglia dell'eccellenza. Brava ed incredibilmente bella, canta con voce da usignolo, seduce con lo sguardo, lascia percepire dietro i suoi occhi appannati oceani di infiniti silenzi; ammicca, gioca con la telecamera, suscita risate e rilassati sorrisi e spezza inevitabilmente il cuore. Apparendo dalle acque come un'eterea Venere, cercando consensi nello staff che la circonda con occhi sperduti e affranti, la Williams è diva ammaliante e fragile bambola di ceramica. Strega ad ogni occhiata e, nonostante l'ottimo cast di comprimari, ruba le attenzioni di tutti; la scena è sua. Non ci sono "se" e non ci sono "ma". Punto. Grandiosa.
Addirittura riduttiva la sua vittoria ai Golden Globe come migliore attrice. L'Oscar, quest'anno, doveva essere assolutamente suo. La performance della collega Meryl Streep in The Iron Lady, probabilmente, è stata altrettanto soddisfacente, ma qual è la sorpresa? La Streep è un mostro sacro del cinema, bravissima lo è sempre e da sempre.
Michelle, invece, dai tempi di Dawson's Creek è cresciuta. La morte del suo compagno Heath Ledger l'ha segnata e tutta una serie di ruoli minori e "non" l'hanno condotta fino a questo punto, rendendola tanto fragile e perfetta. Magica e incredibilmente umana.
Accanto a lei Eddie Redmayne (I pilastri della terra). La luce della Williams brilla accecante, ma senza di lui - di cui non si è tanto parlato nelle diverse recensioni lette – non ci sarebbe film, non ci sarebbe questo affascinante e tenero squarcio di storia che mi ha tanto emozionato e intenerito. Lui rende in maniera credibile e realistica i turbamenti giovanili, i vagheggiamenti amorosi, il desiderio di amare senza riserva alcuna. Un viso pulito e fresco, un fascino giovane, un talento ancora acerbo. Una valente spalla. Una voce narrante intensa e evocativa.