elio91 7½ / 10 05/07/2013 16:06:36 » Rispondi Una bella elegia allo sport e alla voglia dell'uomo di misurarsi con quell'attimo (quei secondi, quei minuti) che lo elevano su un altro piano (divino?). Pur essendo tratto da una storia vera il tutto è molto romanzato, inoltre deve essere stato proprio questa caratteristica a fargli vincere l'oscar più importante... inutile dire che "Chariots of fire" (bruttino il titolo italiano) è un buonissimo film che non annoia mai, allo stesso tempo non una di quelle opere che ti fanno restare a bocca aperta. Anzi oserei dire che se ti rimane impresso gran parte del merito se lo prende la colonna sonora oramai leggendaria di Vangelis. La regia è estremamente british e quindi sobria, le recitazioni di alto livello e vale la pena sottolineare quelle di Ian Holm e Ian Charleson (commovente il suo personaggio), la sceneggiatura è buona... diciamo che ci mette tempo ad ingranare perché dopo la scena iniziale ormai nella storia del cinema (Vangelis docet), poi il tutto è fin troppo didascalico. Concentrarsi sui personaggi cosi lontani cosi vicini di Harold ed Eric è la mossa vincente anche se sullo sfondo rimangono tante comparse che avrebbero meritato altrettanto approfondimento... In poche parole, "Chariots of fire" è stato da subito sovrastimato per quei sentimenti onesti e puri che riesce a rappresentare cosi bene ma in maniera troppo anonima salvo scene di grande impatto emozionale (soprattutto nel finale). Resta un buon film, nulla di più e neanche nulla di meno.