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PAGE EIGHT regia di David Hare

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hghgg     7½ / 10  14/03/2015 23:05:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si, mi piacciono queste moderne spy-story. Fredde, verosimili, distaccate, raffinate senza alcuna concessione all'azione ma tutte basate su sceneggiature complesse, una regia solida e priva di fronzoli e una narrazione intricata ma intelligente che ci trascina in complotti e spionaggi molto lontani dalle tamarrate alla 007.

"Page Eight" è un film per la televisione di produzione britannica (la terra per eccellenza se si è in cerca di certa raffinatezza stilistica), primo capitolo della cosiddetta "Worricker Trilogy" che nel 2014 ha visto uscire i due successivi capitoli. Uscito lo stesso anno di una vera e propria pietra miliare del genere come "Tinker, Tailor, Soldier, Spy" (film che, devo proprio dirlo, è bistrattato solo qui su filmscoop :() si attesta esattamente sullo stesso stile e su coordinate molto molto simili e in fondo non ha molto da invidiargli; cosa manca a "Page Eight" rispetto a "La Talpa" ? Be, la regia e l'abilità di un regista come Alfredson, grande regista e gran traspositore di ottimi romanzi sul grande schermo (nel 2011 ha trasposto benissimo Le Carrè, mica facile, nel 2008 ha preso Lindqvist e ha resuscitato un genere), questo gli manca.

David Hare come regista "sta sul pezzo" e non sbaglia nulla, tiene la regia solida e la tensione alta, aiutato da una sceneggiatura che devo dire mi ha appassionato e ha sempre tenuto in piedi la mia attenzione. Quello che magari Hare non riesce a fare è realizzare sequenze davvero memorabili, quelle che nella loro quieta freddezza possono anche far tremare i polsi ad uno spettatore volenteroso (come accadeva in Tinker Tailor ecc.) ma a parte questo se la cava bene e il film nel complesso funziona alla grande; apre tante questioni e sottotrame poi le lascia in sospeso in attesa di "Turk and Caicos" secondo capitolo della "Worricker Trilogy".

Un plauso a Bill Nighy protagonista azzeccatissimo (un'altra cosa che apprezzo di queste spy-story britanniche moderne è l'accurata scelta degli attori per determinati ruoli, oh secondo me non ne sbagliano mezzo), attore tipicamente british, capace di far trasparire dubbi ed emozioni, sentimenti e paure rimanendo sempre impassibile, misuratissimo, controllato e assolutamente sotto le righe, senza mai risultare per questo inespressivo; come lo fanno gli inglesi, solo loro.

Attorno a lui uno stuolo di eccellenti attori che gli fanno da importante contorno: una Rachel Weisz più convincente del solito, Michael Gambon e un subdolo Ralph Fiennes che riesce ad essere convincente in qualsiasi ruolo gli venga assegnato.

Spy-story televisiva di buona fattura, di quelle che piacciono a me, ovviamente non un capolavoro ma interessante primo capitolo di una trilogia che sembra avere tutte le carte in regola per piacermi molto.