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INDOVINA CHI VIENE A CENA? regia di Stanley Kramer

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  18/08/2006 21:14:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' ancora oggi un film che riesce a tenere straordinariamente unita la famiglia davanti a un dvd, nel proprio divano di casa.
La ricetta è facile da individuare, perchè kramer mette lo spettatore davanti alle proprie scelte, e lo "provoca" con una semplice domanda.
Visto oggi, è invecchiato benissimo, ed è sempre un film molto piacevole, ma non è e non è mai stato un capolavoro.
Sortisce uno strano effetto... razziale: a compenso della tematica, il modesto Poitier (attore che al di là della sua proverbiale bellezza aveva il carisma di una zucchina) vince l'oscar, mentre la prova superba della coppia Hepburn-Tracy (soprattutto quest'ultimo, cfr. immenso l'apologo da pater familias al la fine del film) passa/no inosservata.
Al centro della disputa c'è la collocazione liberal di una nazione divisa tra trasformazioni radicali (e di coscienza) e qualche spettro forse immotivato di antichi retaggi razzisti (non dimentichiamo che lo stesso binomio apparteneva alla comunità nera v. Martin Luther King vs. Malcom X).
Davanti alla prospettiva di confrontare direttamente la propria tolleranza opps libertarietà (o come diavolo vogliamo chiamarla) il protagonista si sente aggirato, e in pericolo.
Del resto è emblematica la discendenza "conservatrice" (involontaria?) di una famiglia abbiente che mantiene nella dimora una domestica di colore (la futura moglie del telefilm i Jefferson, guardacaso fiction incentrata su una famiglia di colore "che ha fatto i soldi") .
La debolezza del film è tutta nel principio della coppia, di cui è difficile assecondare un referente amoroso ben preciso: per inciso, propendo del tutto a favore di Poitier (o meglio del suo personaggio) davanti all'insopportabile figlia di Tracy, ricca e viziata che quasi quasi è tipicamente l'emblema della donna bianca da non sposare
Indimenticabile, invece, quel senso di gioiosa gratitudine, di idealismo romantico tipico delle donne e delle madri, davanti all'insensatezza di un mondo che confonde gli steccati per ragioni di lotta (come in un primo momento) individualisti ma mai davvero individuali