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THE DRILLER KILLER regia di Abel Ferrara

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BlackNight90     7 / 10  11/08/2010 03:30:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prima scena del primo film non porno di Ferrara e subito una scena in chiesa davanti a una croce: questo è parlar chiaro!
Ferrara mette subito in evidenza i principali temi su cui verterà la sua carriera: a parte i richiami religiosi, c’è la degenerazione morale nell’underground metropolitano, soprattutto quello di NY che lo lega al fratellone Scorsese, c’è la discesa agli inferi ma in questo caso senza redenzione.
La frase introduttiva è azzeccatissima, questo film va suonato a volume alto: l'intero film è una musica distorta, un metal underground o un punk tossico, un delirio di immagini traballanti in cui l'artista trova un nuovo modo di esprimere la propria angoscia usando il suo trapano come un pennello, e il sangue come colore (non c'entra nulla, ma anche Hitler era un aspirante pittore e quello, rifiutato dal mondo dell'arte, ha fatto qualcosina peggio che trapanare barboni).
Peccato che l'amatorialità tipica di quei giovani registi dei 70's in questo caso, almeno nella prima mezz'ora inconcludente, mi abbia lasciato perplesso e infastidito, ma il delirio finale è uno di quelli che non si dimentica.
Marcio mi sembra la parola più gettonata per questo film, marcio come un'arancia andata a male.