caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

MELANCHOLIA (2011) regia di Lars von Trier

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
JOKER1926     4 / 10  29/12/2014 17:33:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lars von Trier sta passando nella contemporaneità come regista alternativo e pazzoide; noi non smentiamo assolutamente queste concezioni circa questa regia; allo stesso tempo, però, vogliamo aggiungere che Lars von Trier nel suo, è portato in alto in modo alquanto eccessivo.
Dopo aver visionato diversi lavori del cineasta ci accorgiamo che gli squilli di grandezza e compiutezza girano intorno (forse esclusivamente) al doppio "Nymphomaniac"; quanto al resto Lars von Trier è stato protagonista di sciagurate crociate.
Su una immaginata torre se dovessimo scegliere quale film buttare giù fra "Antichrist" e quello del 2011, ossia "Melancholia", probabilmente opteremo per un ordigno posto alla base della stessa torre.
Insomma Lars von Trier sembra parlare ad un deserto personale e mostra i segni di una depressione e di una veduta a dir poco drastica e terminale delle cose. Difficile trovare consensi sinceri.

"Melancholia" a dirla tutta convince già poco dalla trama; si mescolano in essa situazioni catastrofiche e personali, in pratica i dubbi sembrano erigersi immediatamente. Non bastasse ciò il film si priva anche della stessa proiezione di storia ancorandosi ai piedi di una sceneggiatura povera e marcia. Prevalgono i silenzi e le ripetizioni; il problema è che la prova per lo spettatore dura circa due ore. La noia sventola lo stendardo della vittoria totale.
Qualche fanatico estimatore della regia probabilmente porterà avanti, come pretesto di giustifica, una serie di teorie circa il messaggio registico. La depressione dell'individuo legata ad un bagaglio emotivo umano e vivo; per qualcuno tornerà alla mente qualche messaggio di Bergman; ma questi parallelismi rimangono solo approssimativi, approfondirli sarebbe rendere superficiale la filmografia dello stesso Ingmar Bergman; non ci pare il caso.

Lars von Trier continua come suo solito in una confessione riservata mossa ai piedi di una non corrispondenza; ermetismo e monotonia se messi insieme sono come l'esser ubriachi e spavaldi ad un tavolo di roulette, generalmente son dolori atroci.
Invia una mail all'autore del commento Bathory  29/06/2015 23:38:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ma ti rileggi quando scrivi oppure digiti i tasti a casaccio?
Invia una mail all'autore del commento Jason XI  14/03/2016 15:18:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sei un pazzo furioso