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MELANCHOLIA (2011) regia di Lars von Trier

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Estonia     9½ / 10  31/10/2011 11:31:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il nichilismo estremo di LVT non è mai stato così efficacemente evocativo nelle immagini e così assolutamente senza speranza negli intenti contenutistici. La solitudine dell'uomo nell'universo, in balia della Natura e delle traiettorie impazzite degli astri, non ha alcun rimedio né via d'uscita consolatoria e l'approssimarsi dell'apocalisse non concede scampo.
L'ultimo film del regista danese è l'estrema sintesi del suo pessimismo esistenziale e una rappresentazione sconvolgente ed esteticamente affascinante dell'angoscia dell'individuo di fronte all'ineluttabilità della fine. Una fine e un senso di morte che incombono inesorabili man mano che il pianeta Melancholia si avvicina alla Terra, in un alternarsi di stati d'animo contrastanti e di immagini di rara bellezza e forza espressiva. Una fine già preannunciata nel prologo, magnificamente scandito da geometrie metafisiche e da sequenze al ralenti che hanno la consistenza opprimente degli incubi: dalla corsa di Justine in abito da sposa ostacolata da grovigli di radici arboree a quella di Claire i cui passi affondano nella terra congelandone il movimento, dalla densa elettricità dell'atmosfera al lento precipitare in caduta libera degli uccelli morti nel cielo, fino alla collisione dei due pianeti sulle note funeree del 'Tristano e Isottà di Wagner.
Le due sorelle, a ciascuna delle quali Von Trier dedica il titolo delle due parti in cui suddivide il film, hanno ruoli antitetici che si invertiranno nel modo di affrontare la consapevolezza dell'imminente catastrofe: Claire, apparentemente più razionale e determinata, crolla nella più assoluta disperazione, mentre Justine, apparentemente la più fragile, dopo aver percorso con inquietudine crescente la vuota ritualità del suo matrimonio, acquisisce a poco a poco una calma quasi innaturale, la quiete pacificata della preveggenza.
L'astro azzurro dona luminescenze metalliche agli ultimi attimi del pianeta Terra, beffando con la sua "danza" zigzagante e incongrua nell'atmosfera terrestre i calcoli degli scienziati e i loro messaggi rassicuranti. La suggestione che precede l'impatto, quando l'angoscia ha raggiunto ormai livelli altissimi, resta uno dei momenti più struggenti del cinema contemporaneo.