Lars Von Trier, questo omo lo conobbi "filmograficamente" parlando nel lontano 2000 con "Le onde del destino" (che poi è del 1996). Tralasciando il fatto che ha una storia particolare, il film si lascia vedere tranquillamente.Veniamo a quello che reputo il suo capolavoro: "Dogville". La minaccia del nuovo in un paesino dove tutto scorre nella sua normale routine, veramente bello e con un finale mozzafiato. Antichrist non l'ho visto, ma passiamo a Melancholia.Entro dentro al cinema tutto gasato insieme a Omy convintissimo di vedere un capolavoro, a metà del film il mio vicino di sedia si alza, lascia il giacchetto con sotto qualcosa e va via. Ho pensato seriamente che avessa lasciato una bomba per farci finire l'agonia!! La cosa buffa è che ne ero quasi felice, invece poi è tornato (uffa). Il film già inizia male per i miei gusti, troppa saccenza divina nelle scene da "apocalisse pittoresca". Poi la pallosità depressiva della bionda che sembra svanire e gioire per l'arrivo dell'impatto planetario avendo pena solo per il povero pargolo. La nevrastenica mora che smatta e perde il lume per poi rassegnarsi (come i cavalli che smettono di belare e tornano nel giardino a brucare l'erba). Il film può anche essere uno grossa metafora ed avere bug ovunque, il pianeta che si stianta sulla Terra e la capannina con i legni che resiste in piedi fino alla fine, la gente che non sa o no se il mondo finisce, la bionda che non si sa o no se conosce il futuro delle cose ed infatti non si sposa. Mi viene solo da pensare che il regista voglia far vedere la differenza di carattere tra le due sorelle, una che si dimostra "debole" nelle routine quotidiana per poi diventare "forte", e il rovescio della medeglia nell'altra sister. E' anche vero però che se una persona vede sempre tutto di merda, è normale che quando arriva di fronte alla morte GLOBALE se la prenda con meno peso di una persona mentalmente più positiva alla vita. La parola GLOBALE è mooolto importante perchè una persona in depressione come la sorella bionda magari non avrebbe mai trovato il coraggio di togliersi la vita da sola, e avrebbe continuato la sua agonia, mentre nell' "occasione" succulenta di una strage generale viene fuori proprio la tranquillità di affrontare la signora con la falce con il ghigno di sfida di chi non ha nulla (o poco, nel caso del film il bimbo della sorella) da perdere. Vabbè, ho tirato la mia opinione, resta il fatto che non mi è piaciuto proprio una sega il film, troppi ricami sul nulla. Pensa di aver scoperto l'oro, invece è l'acqua calda.