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MELANCHOLIA (2011) regia di Lars von Trier

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     9 / 10  27/10/2011 15:27:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un pianeta che entra in collisione con la Terra,l'apocalisse in scala ridotta (per numero di persone direttamente coinvolte) di Von Trier è servita in un crescendo di angoscia pura in cui il regista danese sembra fluttuare verso un castigo necessario affrontato con afflizione lancinante.
L'amore verso la razza umana giace sotto una coltre nichilista quasi impenetrabile,qualche barlume di speranza sembra filtrare ma l'autore reprime con forza ogni compromesso,mosso da un risentimento violento incarnato nell'idea di corruzione espressa da Justine,suo alter ego.
La punizione astrale è giustificata da ciò che accade durante un ricevimento post matrimoniale in stile "Festen",film di Vinterberg e manifesto di quel movimento Dogma di cui Von Trier fu acceso promotore,correlabile per umana meschinità al segmento che apre il film dedicato alla superba neosposa Kirsten Dunst.
Un incipit quasi goliardico,con quella limousine davvero troppo ingombrante per le tortuose stradine di campagna ,poi una festa cadenzata da seccanti ma rigorosi doveri che iniziano a soffocare quel clima spensierato,in breve demolito dalla natura spregevole degli invitati,concentrato demoralizzante di egoismo,disillusione,arrivismo,cinismo e arroganza.
Le maschere crollano a tragedia ancora lontana con il pianeta Melancholia limitato a fenomeno interessante giusto per gli esperti,eppure l'umanità di Von Trier,accanito ancora una volta in un esecrazione antiborghese ci (e si) convince delle ragioni per le quali nessuno avrà nostalgia di tutto ciò.Parole ancora una volta di Justine,estranea a tanta felicità impostata e incompresa,quindi condannata ad un esilio depressivo al quale la sorella Claire tenta senza fortuna di sottrarla.L'altrettanto brava Charlotte Gainsbourg è donna pratica e perfetta organizzatrice,madre e moglie affettuosa teme di perdere quell'effimero benessere conquistato nel tempo.Musa del regista post "Antichrist" , è incarnazione conflittuale di quella parte amorevole rifiutata dal proprio pigmalione.
Due donne diametralmente opposte ,rappresentazione di tormenti interiori che conducono a una geniale introduzione sulle note del "Tristano e Isotta" di Wagner ,angoscioso accompagnamento sonoro a una serie di quadri stilizzati in un incipit di rara efficacia.Il crescendo drammatico ipnotizza per la profondità raggiunta,da una totale indifferenza si viene travolti senza forzature dal dolore,la naturalezza con la quale il male affiora è dimostrazione di come Von Trier sia già stato colpito dalla sua apocalisse privata e combatta tutt'ora contro i suoi demoni.
strange_river  27/10/2011 15:53:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bellu commentu :)
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  27/10/2011 16:33:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Graziu tesuru!