strange_river 9 / 10 23/10/2011 21:06:24 » Rispondi La vita è cattiva. E merita di sparire. Justine/von Trier ci ha provato, ci ha provato con tutte le sue forze, ma Justine porta dentro di sé Melancholia e a quel Nulla di vite dedicate inutilmente a riempirlo non può più fingere di adattarsi, né il potere o il successo o l'amore la distolgono più dal guardare oltre. Durante la festa di matrimonio il suo sguardo non riesce a fissarsi su nulla, erra ondivago da uno all'altro, niente e nessuno possono calmare la sua inquietudine, "tutti abbiamo paura, esci" intima la madre, l'unica in grado di leggerle dentro. E Justine esce e sovverte, scardina la propria vita e quelle altrui, attraversa il territorio solitario della depressione, s'inabissa e infine riemerge pacificata in Cassandra: "Io so tutto". Ma è ancora la sorella Claire la persona che più soffre: soffre per stare vicina a Justine, soffre perchè nonostante le sicurezze offerte dalla sua famiglia ha tanta paura di quello schifo di pianeta, soffre perché, a differenza della sorella che pare aver già varcato una soglia che la pone al di là, lei è ancora profondamente umana e vincolata alla sua condizione. Noi soffriremo con Claire. Tanto più Melancholia si avvicina, tanto più Justine si trasfigura nei bagni della sua luce e infine sarà lei a diventare l'estrema guida per la sorella e il nipote lasciati soli dal vigliacco tradimento del marito/padre incapace di affrontare l'angoscia senza redenzione. Melancholia incombe, potente e magnifico, definitivo purificatore dell'esistenza umana. E anche noi ne rimaniamo ipnotizzati, incapaci a distogliere gli occhi.