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MELANCHOLIA (2011) regia di Lars von Trier

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Jolly Roger     7 / 10  03/06/2016 18:08:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi

--------un po' spoileroso-------

Wow! L'ottimismo è il profumo della vita! :--)

Scherzi a parte, ad ogni persona, nella propria vita, è capitato (o capiterà) un momento di distruzione e di abbandono. Uno di quei momenti in cui si smette di credere nella propria vita, in cui ci si chiede per cosa stiamo vivendo ma non si riesce a trovare una risposta, tutto avvolto nella nebbia. Ci si guarda attorno e ci si chiede come sia possibile ritrovarsi qui, in questo preciso punto della vita, dato che non crediamo più alle strade che fin qui ci hanno portato.
Sembra tutto una pantomima senza senso.
Siamo circondati da attori ai quali non vogliamo alcun bene, perché non sono persone, sono attori. Essi interpretano la parte di nostri parenti, di nostri amici. Forse ci credono talmente, nella loro parte, da immedesimarsi completamente – ma per noi sono e restano soltanto attori. O, forse, siamo noi che non riusciamo più ad interpretare la nostra parte, che non crediamo più al nostro personaggio. Siamo stanchi, tristi, spossati. Come se delle radici si legassero alle nostro gambe e braccia, arrotolandosi e impedendoci di avanzare.
La malinconia, come la nebbia, avvolge tutto e da lì in poi è come un cane che si morde la coda: vediamo ancora meno chiaro, le vie di fuga si chiudono ancor di più, le radici ci strangolano, altra malinconia cala sulla nostra vita.
Una malinconia grande come un intero pianeta, che se ne stava nascosto dietro il sole.
Un pianeta gigantesco, luminoso e dall'aspetto amichevole, come quella vita che avremmo voluto, ma che, per colpa nostra o del destino, non è stata, e che distruggerà la vita che invece è stata, della quale ormai non ci importa più.
Malinconia distruggerà tutto – perciò, non dobbiamo più fingere di amare i nostri compagni di vita – possiamo mandarli via. Possiamo mandare af.fa.n**** i nostri datori di lavoro, tanto Malinconia distruggerà tutto.
Possiamo sc.opare il primo che capita, tanto Malinconia distruggerà tutto.
Il grosso problema è che le cose vanno chiamate con il loro nome e questa non è la libertà o ribellione. E' rassegnazione.

Il grandissimo pregio di questo film è quello di saper inquadrare perfettamente una malattia (la depressione latente), uno stato d'animo (la malinconia) e un'idea (il nichilismo) e di traportare tutto ciò sullo schermo in modo straordinariamente poetico ed evocativo. Ad esempio, la scena della protagonista nuda che si stende di fronte alla luce di Malinconia: un'immagine di abbandono alla bellezza incomprensibile della natura, anche quando questa bellezza è quella di un cigno nero, o di una Leda Atomica, una bellezza che ci distruggerà.
Ma non è libertà, dicevo. E' rassegnazione.
Il significato di un film e le sensazioni che la sua visione ti lascia, inevitabilmente si attorcigliano attorno al film esattamente come le radici della malinconia attorno alle gambe. Perciò questo, seppur è un bellissimo film, non lo rivedrò.