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IL DOTTOR T E LE DONNE regia di Robert Altman

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amterme63     7 / 10  22/11/2009 19:34:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Altman è stato accusato di essere misogino. Come prova si citano i film “Pret à porter” e soprattutto “Il dottor T e le donne”. In effetti l’universo femminile non è un mondo di facile lettura per chi ne è estraneo e attirato allo stesso tempo. Almodovar è uno dei pochi cineasti che è riuscito a penetrare in questo universo e a renderlo in maniera molto sentita e comunicativa. Gli altri lo vorrebbero possedere, dominare e di fronte al loro fallimento reagiscono quasi con stizza e acredine.
Altman è uno di quelli che non è mai riuscito a rappresentare l’animo femminile in sé, ma che l’ha impiegato più che altro per esprimere alcune sue idee generali sul mondo. In “Images”, per esempio, ha usato una donna per dimostrare la labilità della mente umana. In “Tre donne” ha esplorato il mondo dell’irrazionale e dello stregonesco. Con “Il dottor T e le donne” invece utilizza il mondo femminile per attaccare la futilità, la superficialità e l’idiozia imperanti nel mondo attuale.
La prima parte del film ci mostra impietosa la solita baraonda americana: frenesia collettiva, sfoggio di vanità, culto dell’apparenza, spettacolarizzazione, infantilismo. Le protagoniste sono le donne perché secondo Altman sono loro il vero motore di questo modo distorto di concepire il mondo.
Richard Gere (in pratica l’unico uomo del film) impersona un ginecologo di grido per le viziate donne della “buona” società di Dallas. Del resto nemmeno lui è “innocente”. Infatti asseconda e tollera le manie delle sue assistite e soprattutto è convinto che nella vita conti l’aspetto materiale e la ricchezza. Ne fa le spese di questo atteggiamento la moglie, forse stanca del mondo di falsità e convenienze, la quale perde il lume della ragione e retrocede mentalmente al mondo libero e spensierato dell’infanzia. Il personaggio della moglie è però lasciato colpevolmente in ombra e poco sviluppato. Le protagoniste sono le figlie, persone indifferenti al mondo esterno e prese dalle loro frivole piccolezze.
Il Dottor T ha i suoi svaghi nelle partite di caccia con gli amici uomini, ma anche qui si trova a che fare con manichini più che con persone. Va meglio con il golf dove incontra Bri, una ragazza semplice, sicura, decisa, intelligente, finalmente una Donna con la D maiuscola. Ma è proprio qui l’ironia della sorte. La Donna con la D maiuscola non ha più bisogno della tutela di un uomo, è indipendente, è lei che adesso mena le danze e decide cosa fare.
Nel finale Altman interviene un po’ nella storia e fa in modo che tutto crolli addosso al Dottor T, il quale si trova addirittura perseguitato dalla Natura stessa. L’unico barlume di speranza è nel poter ricominciare dai fondamenti, dalla funzione nuda e cruda, senza l’impalcatura della ricchezza e dell’apparenza.
Stilisticamente Altman scimmiotta e mette alla berlina il mondo delle soap opera. Non a caso il film è ambientato a Dallas (non vi dice niente questo nome, patiti di telenovelas?). Gli oggetti e le forme di questo stile stavolta mostrano il vero volto del mondo che tipicamente vi viene rappresentato. C’è da dire che questo tipo di intrattenimento (derivato dai film di Altman degli anni ’70) è seguito per la quasi totalità da donne. Forse è per questo che Altman ce l’ha tanto con loro.
Questo film rappresenta l’antitesi di “Speriamo che sia femmina” di Monicelli.