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LA FORTUNA DI COOKIE regia di Robert Altman

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amterme63     7½ / 10  07/12/2009 23:02:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Devo dire che è una commedia molto carina, divertente, ben fatta. E’ un film un po’ insolito per Altman, vista la sua struttura semplice e classica. Il risultato è comunque più che soddisfacente. Anche se non ci sono grandi messaggi o sguardi approfonditi rimane alla fine la piacevole sensazione di avere assistito ad un ironico e affettuoso ritratto di modesta vita provinciale americana.
Lo stile tipico a sketches di Altman lo si vede all’inizio e basta (come nel film “I protagonisti”), poi la storia segue un unico filo narrativo e gira intorno a una sola situazione. Nonostante ciò non esiste un vero protagonista ma una serie di personaggi tipici resi in maniera ironica, satirica o affettuosa come avviene in genere nelle commedie. Il vero protagonista diventa così l’ambiente in cui si svolge la storia, cioè il paese di Holly Springs nel Mississippi, preso quasi a simbolo della scalcagnata ma umanamente viva provincia americana. L’accento cade infatti sui rapporti interpersonali. In pratica tutti si conoscono e prima del ruolo (avvocato, poliziotto, teatrante) viene la persona. Ci si fa quasi un vanto (ma è ironico) che in questo tipo di paesi non succeda mai niente e che tutto sia tranquillo con il suo tran tran.
Invece sotto sotto qualcosa succede ed è servito su di un piatto comico e ironico da parte di Altman. Prima di tutto c’è la solitudine di chi è vecchio (l’anziana Cookie), che nemmeno una grande amicizia può riempire. L’etica di provincia vede di cattivo occhio il suicidio, ma alla fine c’è chi ci cerca scampo. Altman comunque non preme sul tasto della denuncia o della commozione, non approfondisce o esprime giudizi. Anzi il suicidio serve da motore per la parte più ironica e divertente del film: la vicenda della nipote di Cookie e di sua sorella (una più svitata e pazza dell’altra) che per cupidigia, noia, deformazione professionale (sono entrambe appassionate di teatro e messinscene varie) inscenano un falso delitto, per poi esserne travolte.
Tutto però viene preso poco sul serio e viene fuori tutta la dabbenaggine, la cialtroneria, l’approssimazione tipiche della provincia americana. Non si può fare a meno di sorridere e affezionarsi e magari ridere delle due sorelle svitate e della loro messinscena, lasciando perdere la banalità e la prevedibilità della storia.
Quello che rende ancora più bello il film sono le splendide interpretazioni di Glenn Close (strabiliante come i personaggi cattivi e nevrotici le vadano a pennello), di sua sorella (Julianne Moore) e dell’attore di colore amico di Cookie (Charles Dutton con i suoi bellissimi sguardi, le sue espressioni). Gli altri personaggi fanno più che altro da contorno o da folklore.
Questo film rivela molto bene la caratteristica dell’ultimo Altman, il suo sguardo ironico e affettuoso, tipico degli anziani che si congedano dalla vita e che la guardano con saggezza ma anche con tanto rimpianto e affetto.

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