caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

BOROTALCO regia di Carlo Verdone

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Godbluff2     7½ / 10  10/11/2022 19:16:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Borotalco", suo terzo film da regista, è un film importante nella carriera di Carlo Verdone, un punto di svolta che lo emancipa dallo schema dei due film precedenti e quindi dalle sue radici televisive, portandolo un passo più avanti verso la sua maturazione come autore; segna anche la sua emancipazione dalla spinta benefica di Sergio Leone, con un Verdone autore definitivamente pronto a prendere la sua strada personale, tanto che in "Borotalco", senza che il film ne risenta in brillantezza, non ci sono De Bernardi e Benvenuti come sceneggiatori, né tutti gli altri collaboratori dei film precedenti (tranne Guarnieri che torna alla fotografia dopo "Un Sacco Bello").
La riconoscenza verso i maestri è espressa comunque attraverso l'omaggio insito nel nome del suo personaggio: Sergio (Leone) Benvenuti (Leonardo); la collaborazione con Benvenuti-De Bernardi era comunque ben lontana dall'interrompersi e riprenderà ben presto e a lungo, quasi sempre con i migliori risultati possibili per Verdone.
Resta un fedelissimo Mario Brega, tremendamente fantastico in questo film in particolare, con alcune uscite belle brutali e un pestaggio finale al povero Sergio che ricorda quelli inflitti ai protagonisti della "Trilogia del Dollaro" dell'altro Sergio, eh eh.
"Borotalco" è una commedia malinconico-sentimentale ancora un po' acerba (rispetto ad altre cose di Verdone tra fine anni '80 e primi '90) ma decisamente riuscita, che segna un po' una traccia stilistica che sarà tipica del regista; con delicatezza, getta uno sguardo su un mondo giovanile un po' ingenuo, sperduto e sognatore e su una galleria di personaggi che inevitabilmente mentono, indossano maschere e mistificano per cercare di uscire dal grigiore di un'esistenza insoddisfacente o, semplicemente, perché si annoiano. In questo senso è davvero memorabile il "Manuel Fantoni" (una maschera, ovviamente, poi finita in prestito al protagonista) di Angelo Infanti, nel suo ruolo più ricordato.
Verdone, che è a mio avviso un bravo direttore di attori, fa rendere tutti bene, genuinamente, anche Eleonora Giorgi funziona a meraviglia insieme a lui che, da attore, regala una delle sue performance migliori; il contrasto comico creato dal suo atteggiamento da "duro vissuto" unito con l'espressività del suo volto bonario saranno sempre uno dei maggiori punti di forza della sua comicità.
Nei primi due film delle musiche se ne era occupato Mastro Ennio, da "Borotalco" cominciamo a scoprire il Carlo Verdone appassionato e attento ascoltatore di ottima musica che qui rende co-protagonista Lucio Dalla attraverso le sue canzoni, fondamentali snodi narrativi e colonna sonora indimenticabile; e il Dalla di quegli anni era ancora una garanzia assoluta di qualità; in più collaborano gli Stadio, la backing band di Dalla che in quegli anni si avviava anche verso la produzione autonoma. La musica avrà spesso e volentieri un ruolo centrale soprattutto nella produzione più matura di Verdone e le scelte dei brani per le sue colonne sonore saranno sempre di gran marca.
La gestione dei rapporti tra i personaggi è la sua tipica, un pochino realistica, un pochino patetica, un pochino triste, tutto abbastanza ben dosato. Verdone non avrà, parere mio, un vero Capolavoro nella sua filmografia, ma è stato quasi sempre fino a metà anni '90 molto piacevole da guardare.
"Borotalco" è un altro bel film per Carletto, con punte delicate e intimiste tipiche del suo modo di raccontare, scorrevole nel ritmo, davvero ben messo in scena e ben sviluppato, considerando come fosse il primo film nel quale si staccava dall'ancora di sicurezza delle sue maschere televisive.