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UN SACCO BELLO regia di Carlo Verdone

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Godbluff2     7½ / 10  10/11/2022 14:55:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il primo film da regista e autore di Carlo Verdone esce nei cinema alla fine del 1980, all'alba del nuovo decennio, un'opera prima che introduce uno degli esponenti più importanti di quella nuova generazione della Commedia (all') italiana che in parte riuscì a tenere alto l'onore di una "scena" che, con la vecchia generazione, viveva ancora di notevoli fiammate sparse ma che aveva vissuto i suoi anni dorati per circa un quindicennio tra la fine degli anni '50 e la prima metà degli anni '70, quando, sempre più indurita dal piombo italiano di quel decennio nero, era andata, comprensibilmente, declinando o evolvendo in qualcosa di diverso.
La nuova generazione non raggiungerà gli stessi fasti, più che altro perché il (fortunatamente) lungo e meravigliosamente irripetibile periodo con quella magica concentrazione di talenti in ogni ruolo creativo era qualcosa che non si poteva chiedere di avere una seconda volta, ma ha dato comunque al cinema commedie e in generale film di valore.
Verdone di tutta questa nuova e variegata generazione di autori (Troisi, Nuti, Marco Risi, Benigni, Moretti...) è quello che appare come l'erede più fedele e rispettoso dei toni della grande Commedia all'Italiana e continuerà ad esserlo durante tutta la sua maturazione ed evoluzione come regista nel corso degli anni '80 e '90.
Ridere, di gusto ma con evidenti tocchi di malinconia e amarezza, ma anche con delicatezza e benevolenza, quando serve, dei vizi, dei difetti, delle storture del popolo italiano è una cifra stilistica centrale del primo Carlo Verdone, quello dei personaggi-macchiette-stereotipi, il Verdone comico-virtuoso, che tanto successo aveva fatto negli sketches televisivi; maschere che ora riporta, o crea ex-novo per il cinema, nel suo esordio alla macchina da presa.
Di base penso che questi personaggi, queste raffigurazioni esasperate e macchiettistiche funzionino meglio nella brevità dello sketch televisivo, però con "Un Sacco Bello", così come con "Bianco, Rosso e Verdone", siamo davanti a due dei più riusciti e funzionali passaggi di un comico e attore televisivo alla struttura-film del grande schermo.
Realizzato da Verdone sotto l'ala protettrice e produttrice di Sergio Leone, mentore del giovane comico e regista romano e fondamentale nell'aiutarlo a compiere al meglio il "grande salto".
Attraverso Leone, l'esordiente Verdone potrà contare sulla collaborazione alla sceneggiatura di due autori colossali, il duo Piero De Bernardi-Leonardo Benvenuti, per l'appunto due delle penne più efficaci degli anni d'oro della Commedia Italiana, che inizieranno con Verdone una lunga collaborazione decisamente proficua, firmando alcuni dei suoi film migliori ("Bianco, Rosso e Verdone" "Compagni di scuola" "Io e mia sorella" "Stasera a casa di Alice" "Al lupo al lupo"); sempre attraverso Leone, arriva la collaborazione con Ennio Morricone che compone le musiche per il film e regala a Carlo un'altra delle iconiche fischiate di Alessandro Alessandroni.
Pure Mario Brega, caratterista storico di Leone ne "La Trilogia del Dollaro", inizierà con questo film una collaborazione con Verdone che lo renderà indimenticabile nell'immaginario collettivo del pubblico italiano, una vera "fase d'oro" della carriera del caratterista romano. Per la cronaca, pure lo scenografo Carlo Simi è "mutuato" dalle esperienze leoniane.
Insomma, Verdone aveva attorno "le spalle coperte", ma ci ha decisamente messo del suo: i suoi personaggi, la sua materia prima, che in un film direttamente mutuato dalla comicità televisiva (era "Non stop" il programma) sono fondamentali, sono tutti memorabili e Verdone è un fiume in piena.
Il film è formato da tre storie di tre personaggi differenti e nella storia dell'hippie Verdone si sbizzarrisce particolarmente, interpretando vari personaggi contemporaneamente; in tutto il film ne mette in scena sei, se non vado errato, ognuno, dai tre protagonisti a quelli secondari, con i suoi tic, le sue manie, le sue solitudini; l'attore da prova di gran virtuosismo comico-recitativo, le gag sono ispirate e fresche, il film fa ridere ma, altro tratto tipico del suo cinema, è imperniato da solitudine e malinconia, in efficaci ritratti un po' comici e un po' (tanto) desolanti di vite comuni e un poco vuote.
L'unico problema che posso avere con questo e in generale con i primi tre film di Verdone è che, pur apprezzandoli, essendo dei "must see" anche per l'intera famiglia da sempre, fin da bambino li ho rivisti talmente tante volte che ormai me ne è venuta la nausea.
In ogni caso, bello, un debutto che fa centro.