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LE MONACHE DI SANT'ARCANGELO regia di Domenico Paolella

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  04/11/2014 11:16:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La sete di potere guida l'aspirante badessa Giulia, donna avida e manipolatrice, pronta a tutto per raggiungere il suo scopo. Il disinteresse verso gli obblighi spirituali e la bramosia ad attingere da quelli terreni la avvicinano, seppur in misura minore considerato il ruolo, all'untuoso Arcivescovo di Napoli dalle cui decisioni il convento dipende.
La pellicola è chiaramente critica nei confronti dell'istituzione ecclesiastica e delle relative complicità con la politica, qui rappresentata da un conquistadores borbone interpretato da Pierpaolo Capponi. L'accusa è veicolata attraverso una trama spesso poco fluida, piuttosto frammentaria, capace di intavolare parecchi argomenti ma non sempre in grado di affrontarli con sufficiente incisività. Il succo è chiaro, il modo per portarlo a galla fin troppo arzigogolato in maniera elementare.
Paolo Dominici (vero cognome Paolella) onesto mestierante e specialista del peplum all'italiana, evita di eccedere con le scene soft erotiche tanto di moda all'epoca, sfrutta comunque l'avvenenza del cast andando ad eleggere la componente sessuale tra i fattori provocanti il finale processo inquisitorio. L' epilogo tragico è predetto sin dai titoli di testa, in cui le peggiori torture perpetrate dagli aguzzini della chiesa vengono presentate in illustrazioni dell'epoca.
La figura più interessante è quella del vicario Carafa (Luc Merenda con inguardabile zazzera riccia), a suo modo unico personaggio integro, coraggioso, seppur eccessivamente schiavo delle regole e avverso alle nefandezze che lo circondano anche se incapace di opporsi in maniera sfrontata. Nel cast c'è una giovanissima Ornella Muti, messa in ombra dalla bellezza più matura delle altre attrici (Anne Heywood e Claudia Gravy su tutte) e penalizzata dalla melensa storia di cui è protagonista.