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THE YELLOW SEA regia di Na Hong-jin

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Tumassa84     7 / 10  27/02/2012 02:38:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo il bello e convincente esordio "The Chaser", Na Hong-jin si cimenta nella sua seconda opera con questo "The Yellow Sea". Ma per quanto mi riguarda, le alte aspettative sono state rispettate solo in parte.

I primi tre quarti d'ora sono in realtà da pelle d'oca. Lo stile di Na è asciuttissimo, non vi è niente di inutile, di esagerato, non vi è musica invadente, le riprese tutte con camera a spalla sono brevissime e si susseguono in un montaggio dal ritmo serrato. Il risultato ricorda un po' il bellissimo "Breathless" di Yang Ik-june, con cui ha in comune anche la figura del protagonista maschile immerso in un mondo violento senza alcuna via di fuga. La sua ossessione per il sesso (sogna i momenti intimi con la moglie, usa sempre un calendario con una pin-up, i vicini di appartamento lo tormentano di notte) poi contribuisce a delinearlo come personaggio braccato, frustrato e impotente. Dal momento, però, che il target di Ku-nam viene ucciso, il film perde l'asciuttezza di cui sopra e si lascia andare a improbabili inseguimenti, azione un po' caciarona, violenza esagerata e gratuita, personaggi invincibili, esplosioni e quant'altro. Insomma, la pellicola perde quell'aura realista e minimale per dare spazio a quel tipo di neo-blockbuster che sembra aver colonizzato il cinema coreano in questi ultimissimi anni. Purtroppo però, più l'azione e la spettacolarizzazione aumentano, più il ritmo e l'attenzione dello spettatore diminuisce; e verso la fine tra inseguimenti e massacri il film tende ad annoiare, complici anche i 140 minuti di durata. Peccato, perchè se il film si manteneva sugli standard dei primi tre quarti d'ora ne sarebbe venuto fuori un gran bel lavoro. Così invece rimane un film carino e godibile che però finirà presto del dimenticatoio.

Per quanto riguarda invece un collegamento con "The Chaser", ciò che i due film hanno palesemente in comune è la stupidità con cui Na Hong-jin caratterizza la polizia coreana. Se nel primo film questo elemento era in qualche modo intrinseco al soggetto, qui invece appare più gratuito e forse proprio per questo risalta ancor di più. Non può infatti non strappare una risata quando le macchine della polizia si scontrano tra di loro, o quando un agente spara al collega uccidendolo e mancando Ku-nam.