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NIRVANA regia di Gabriele Salvatores

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elio91     6½ / 10  10/04/2012 16:05:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Direi che il coraggio enorme di produrre un film di fantascienza in Italia vada premiato a prescindere, specie poi con budget non irrisori. Se poi a farlo è Salvatores l'occhio di riguardo sempre si deve buttare.

Ricordo Nirvana da bambino, un film che (se non erro) passava spesso in televisione. Io non ci capivo mai nulla per la verità, la trama era fin troppo schizofrenica e infarcita di nozioni da realtà virtuale per farsi strada nella logica di un bambino quale ero. Ma ricordo che mi affascinava questa rivisitazione di un futuro assurdo.

Oggi l'ho rivisto, ma sarebbe giusto dire che l'ho visto per la prima volta.
Non solo: ultimamente sto leggendo racconti e romanzi di Philip Dick, e con Nirvana ci troviamo di fronte ad una pellicola che allo scrittore americano deve tantissimo.
Lo stesso Salvatores si è dichiarato un appassionato delle opere di Dick, e il film è fantastico sotto questo aspetto; attenzione però, non ci si ferma alle ambientazioni cyberpunk che tanto fortemente ricordano l'imprescindibile Blade Runner: entrando più a fondo, la visione di Dick è esplicitata nel pessimismo di un futuro all'acido fenico, assurdo, grottesco. Per non parlare del personaggio di un videogioco che a causa di un virus acquisisce una coscienza (Abatantuono molto interessante e idea geniale ma sfruttata non sempre bene), o ancora ai momenti in cui le macchine si ribellano all'uomo, scene talmente ironiche da risultare ai limiti del disturbante. Non so perché ma sentire la voce metallica robotizzata all'apparenza gentile che ti insulta in tutte le maniere possibili risulta un'esperienza sgradevole, e invece di far ridere conferma l'idea di un futuro angosciante, claustrofobico.

Quindi un film di fantascienza d'autore ed è questo a salvare l'opera di Salvatores dal fallimento altrimenti inevitabile, causa anche scene d'azione mai all'altezza e imparagonabili con il corrispettivo hollywoodiano; che però, ad essere onesti, spesso sono tutto fumo e niente arrosto e questo di Nirvana non si può dire.

Ma per continuare con il paragone gastronomico, nel calderone bollono fin troppe cose col risultato finale di perdersi in divagazioni eccessive che rendono fin troppo pesante il tutto.
Altra cosa fastidiosa, l'utilizzo della troppa ironia che contribuisce a non fare mai appassionare del tutto lo spettatore alle vicende pure sulla carta interessanti.

Non un'occasione mancata quindi, ma riuscita solo in parte.
Il cast se la cava ed è credibile, con un Lambert non pessimo come molti sostengono anche se, certo, ci voleva un protagonista con molto più carisma in un ruolo cosi importante.