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THE GARDEN OF EARTHLY DELIGHTS regia di Lech Majewski

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elio91     8½ / 10  08/12/2014 10:47:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film sorprendente. Sorprendente perché in un'artista polacco che è interessato prima di tutto al rapporto tra immagine e cinema, come Greenaway, ci si aspetta un distacco ironico che un pò rende difficoltosa la visione in quanto priva di emozioni che non siano intellettuali. Majewski, regista polacco (in seguito ha diretto "I colori della passione") invece fa qualcosa di diverso.
La sua morte a Venezia personale è un viaggio certo non facile ma che riesce a commuovere e toccare nel profondo. Sintetizzando in un'ora e quarantatrè minuti un suo romanzo (Metaphysics, credo si chiami), ci parla di una storia d'amore dai giorni contati. Sintetizzando in un anno (tanto è quanto resta da vivere a Claudine, affetta da cancro terminale alla gola) la storia d'amore che vivono i due protagonisti, il rapporto che si viene a creare tra la visione e la realtà, il passato e il futuro, l'arte di Bosch e l'interiorità (sessuale, erotica, metafisica).
Il film è pieno di spunti, girato con la telecamera a mano che il protagonista usa per riprendere ogni cosa della sua vita. Anche i momenti più dolorosi e meno opportuni così, dopo l'inizio, vengono mangiati dalla telecamera che sparisce. Si osserva il film come se a manovrare il tutto fosse un agente esterno. Siamo voyer e feticisti di immagini destinate a sfiorire e a morire, perché la bellezza muore ed è inutile prendersi in giro, come scrisse/disse Vladimir Nabokov. Ma come diceva Nabokov della "Metamorfosi" e di Kafka, l'arte è bellezza più pietas. E in questo film di Majewski non mancano.
Il finale è già scritto ed impresso nei videotape ma struggente. Rimandare indietro il tutto, rivedere il film cosa significa? Soffrire di più, illudersi o soffrire di meno evocando una dimensione altra?
Sono domande universali e non scontate che solo uno spirito sensibile poteva porsi con tanta onestà. "Il giardino delle delizie" (titolo ripreso dal celebre dipinto di Bosch) è un'opera sconosciuta e passata sotto silenzio, certo non per tutti. Ma andrebbe vista non solo perché si tratta di cinema sperimentale, ma perché a tutti gli effetti è bel cinema.
I due attori protagonisti, specie Claudine Spiteri, sono stati davvero bravi.
Colonna sonora che ferisce come un rasoio, composta dallo stesso tuttofare Majewski.
Recuperatelo.