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IL PRIGIONIERO DEL CAUCASO regia di Sergey Bodrov

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The Gaunt     7½ / 10  19/06/2015 22:54:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche in un contesto sanguinoso come quello russo-ceceno, c'è spazio per un barlume di speranza. Non è propriamente un film di guerra, ma mostra come la guerra è un virus che corrompe l'animo e radicalizza comportamente che tuttavia possono essere spazzati via da un semplice gesto d'amicizia o di comprensione reciproca. Il film di Bodrov non mostra il fronte di battaglia, ma cura in maniera eccellente la cornice del villaggio rurale dove sono prigionieri i soldati e cura in special modo i personaggi della vicenda e la loro evoluzione. La contrapposizione non è univoca fra russi e ceceni, ma si amplia ad un atteggiamento indurito dal conflitto dove figure come quelle di Vania e Dina rappresentano appunto quella speranza di una futura convivenza pacifica. Lui un ragazzo assolutamente fuori posto dal contesto militare, ingenuo e sognatore e l'esatto opposto di un Sacha uomo di guerra e sicuro di sé, mentre Dina è un pesce fuor d'acqua dalla mentalità stessa del villaggio dalla quale è emarginata dai suoi stessi coetanei. Ma è proprio l'apparente tranquillità del paesaggio e della vita rurale e semplice del piccolo paese che placa gli animi, si creano connessioni positive che sono sempre minacciate dalla ferocia del conflitto. Molto bello il finale.